PERCHÉ IL PROBLEMA CLIMA DIVENTA QUESTIONE IDEOLOGICA?
Non ci sarebbero più destra o sinistra, ma se riprendo gli scienziati su una imminente catastrofe ambientale rispetto al negazionista Trump, ricevo reprimende e commenti critici in chiave politica. Scrivi clima per ‘fare politica’ o alcuni critici leggono le questioni ambientali con gli occhi della tifoseria politica?Quand’è che abbiamo smesso di andare d’accordo? Quand’è che bianco e nero, alto e basso, caldo e freddo hanno cominciato a diventare concetti relativi su cui ognuno ha idee diverse?l mio dubbio come scritto nel sommario ma espresso meglio. Risposta di De Mauro attraverso Ed Hawkins, climatologo dell’università di Reading, nel Regno Unito e di una sua geniale intuizione. «Per provocare un drastico cambiamento di atteggiamento che porti a un movimento di massa, gli scienziati devono riuscire a infiltrare la cultura popolare». Basta emergenza climatica caricata di paura e angoscia, basta esclusività per pochi, ma interesse generale si immediata comprensione. Come? «Hawkins ha preso le temperature registrate sul pianeta dal 1850 al 2018 e ha attribuito a ogni anno una sfumatura di blu o di rosso a seconda della diminuzione o dell’aumento rispetto alla media degli anni tra il 1971 e il 2000. Il risultato è un grafico chiaro, immediato, comprensibile a tutti indipendentemente dall’età, dalla lingua parlata, dalle competenze scientifiche»… CONTINUA SU REMOCONTRO:
