PERÙ: NEL MEZZO DI UNA GRAVE CRISI ISTITUZIONALE, IL PRESIDENTE SCIOGLIE IL PARLAMENTO

PERÙ: NEL MEZZO DI UNA GRAVE CRISI ISTITUZIONALE, IL PRESIDENTE SCIOGLIE IL PARLAMENTO

Una grave crisi istituzionale è in corso da giorni in Perù, con il parlamento controllato dall’opposizione che ha preparato una mozione di sfiducia contro l’attuale presidente Martín Vizcarra. Per tutta risposta, quest’ultimo ha deciso di sciogliere la camera dei deputati (l’unica, visto che si tratta di un parlamento monocamerale).Non fa notizia come il Venezuela, dove il presidente del parlamento in mano all’opposizione, Juan Guaidò, era arrivato addirittura ad autoproclamarsi capo di stato. Ma si tratta comunque di una situazione senza precedenti.I parlamentari ribelli sono legati all’opposizione pro-Fujimori: l’ex presidente Alberto, accusato tra l’altro di crimini contro l’umanità, che ha governato dal 1990 al 2000, ma anche la figlia Keiko, che si era presentata alle elezioni del 2016, perdendo per poche decine di migliaia di voti. Entrambi sono agli arresti, lui per crimini contro l’umanità, lei per corruzione, legata allo scandalo Lava Jato/Odebrecht, la mega tangente che sta falcidiando in modo ecumenico (destra e sinistra) la classe politica sudamericana, molto spesso con forti dubbi sulle accuse presentate (www.alganews.it/2019/06/11/brasile-un-complotto-giudiziario-per-impedire-la-rielezione-di-lula/).Il conflitto va avanti da poco più di un anno, da quando Vizcarra ha assunto le funzioni dell’ex capo di stato Pedro Pablo Kuczynski, travolto pure lui dalle tangenti Odebrecht. Dopo vari giorni di stallo, Vizcarra è riuscito mercoledì a consolidare di nuovo il proprio potere, dopo le dimissioni a sorpresa della vicepresidente Mercedes Aráoz, scelta per sostituirlo dal disciolto Congreso, ora sciolto. L’ultima volta che un presidente peruviano ha sciolto il congresso risale al 1992, a opera di Fujimori, un gesto all’epoca definito dagli avversari politici come autogolpe.