PERUGIA IN MOSTRA L’ANNUNCIAZIONE DEL FIGLIO DEL SOLDATO

PERUGIA IN MOSTRA L’ANNUNCIAZIONE DEL FIGLIO DEL SOLDATO

Basta prendere in mano “Pittori e miniatori dell’Umbria” di Umberto Gnoli, volumone fitto di nomi per rendersi conto che la storia dell’Arte a Perugia non può fermarsi ai pochi nomi di “cassetta” ed è stata molto più complessa e articolata di quanto si possa immaginare a prima vista.Una dimostrazione l’abbiamo con “L’Autunno del Medioevo in Umbria”, mostra alla Galleria Nazionale dell’Umbria sui cofani nuziali in gesso dorato che non solo apre lo sguardo su questo particolare artigianato artistico, ma mette in luce il lavoro della dimenticata bottega di Giovanni di Tommasino Crivelli, figlio di un condottiero di ventura lombardo che preferì coltivare a Perugia la sua arte piuttosto che impelagarsi nel pericoloso mestiere paterno.Bottega da dove, secondo i curatori, uscivano non solo cassoni ma quadri come l’Annunciazione ora al Musée Jacquemart-André di Parigi già tornata a Perugia per la mostra sul Pintoricchio rimanendo in quell’occasione penalizzata dalle opere del grande artista perugino.Federico Zeri individuò l’Annunciazione come perugina grazie ai due grifi nel dipinto non accorgendosi che erano copie di quelli nel portale Del Palazzo dei Priori e collocati nello stesso palazzo del quale sono riconoscibilissime le trifore dei finestroni. Incuriosiscono in questa fedele raffigurazione gli inconsueti per il Palazzo dei Priori merli a coda di rondine e la fila sottostante di finestrelle alcune delle quali tuttora visibili sotto la torre campanaria.La cosa non sfuggì a Pietro Scarpellini che individuò anche l’interno ligneo a rombi del Collegio della Mercanzia alla cui base, dopo un restauro, sono emersi i Priori del Comune o i mercanti del Collegio.Nel complesso quest’Annunciazione e un’altra simile sempre in mostra fanno pensare che l’autore oltre che pittore e autore di cofani nuziali, fosse anche miniaturista. Ulteriore prova di quanto variegata sia stata la produzione nelle botteghe medievali perugine come testimoniano le opere a corredo della mostra che descrivono il mondo tardogotico perugino in inconsapevole attesa dell’arrivo delle novità rinascimentali fiorentine.