RAID MISTERIOSI…

Una serie di esplosioni in Iraq. Tutte nelle basi della milizia sciita Hashd al Shabi. Sono incidenti? O, invece, c’è una mano esterna? Con i sospetti che si concentrano su Israele. Gerusalemme, al solito, non si assume responsabilità, ma lascia volare le illazioni perché comunque fa gioco. Nel mezzo c’è Bagdad che ha deciso di vietare qualsiasi volo militare, compresi quelli della coalizione anti-Califfo.Danni pesantiL’ultimo episodio ha coinvolto un’installazione a nord di Bagdad, nei pressi di Balad, non lontano dalla base tenuta dagli americani. La deflagrazione ha causato danni, ma non è certo se vi siano state delle vittime. Il 12 agosto evento simile ad Al Saqr. In quell’occasione fonti governative se la sono presa, inizialmente, con la cattiva manutenzione ed errori da parte dei responsabili. Versione che tuttavia non ha convinto: immagini satellitari hanno mostrato distruzioni compatibili con un attacco. E l’agenzia Associated Press ha rivelato l’esistenza di un documento investigativo interno dove è indicato il raid di un drone. Gli osservatori hanno poi ricordato quanto era avvenuto in luglio nella località di Amirli, regione di Salaheddin, dove un altro complesso della milizia era saltato per aria. All’indomani di questi “colpi” – che in alcuni casi avrebbero coinvolto anche personale iraniano – si era parlato di raid aerei, con l’intervento di misteriosi droni. Dunque operazioni per neutralizzare l’arsenale di una formazione agguerrita.Minaccia dei missiliIn questo scenario è sempre bene lasciare aperte tutte le possibilità. Dal 2016, ricordano i media locali, ci sono stati quasi venti casi di esplosioni più o meno accidentali all’interno di complessi militari. Al tempo stesso da tempo Israele accusa le milizie sciite irachene di accumulare armi da usare non contro l’Isis, bensì contro il territorio dello stato ebraico in caso di una crisi con l’Iran. Nello specifico l’intelligence di Gerusalemme ritiene che Teheran abbia fatto arrivare missili terra-terra, una ripetizione di uno schema adottato con gli Hezbollah libanesi, spesso bombardati – per la medesima ragione – dagli israeliani in Siria. Durante la recente visita in Ucraina, il premier Netanyahu – pur senza rivendicare gli strike – ha affermato che l’Iran non gode di alcuna immunità e conta poco dove siano gli eventuali target. Il quotidiano Teheran Times, citando esperti della regione, ha aggiunto un dettaglio tecnico sul “complotto sionista”: i nemici avrebbero usato il sistema Harop con un raggio d’azione di mille chilometri. Quanto agli Stati Uniti – per quel che vale – si sono chiamati fuori.Bagdad cautaPer ora Bagdad preferisce chiamare in causa il destino e l’imperizia, infatti ha chiesto all’Hashd di spostare il materiale lontano dalle zone abitate. Ma se la serie nera dovesse continuare dovrà dare risposte chiare e prendersi le responsabilità in una partita complessa. Il 1 luglio il governo ha annunciato che la milizia dovrà essere integrata nelle forze armate nazionali: se martellano uno dei tuoi “bracci” (per quanto autonomo e possente) non puoi far finta di nulla.Da Corriere. it