SAVE THE CHILDREN: IN ITALIA OLTRE 1 MILIONE DI BAMBINI IN POVERTÀ ASSOLUTA
E’ davvero allarmante l’ultimo report di Save the Children:oltre un milione di bambini, in Italia, vive in condizioni di povertà assoluta.Numero che negli ultimi 10 anni è più che triplicato. Solo nel 2018, sottolinea il rapporto, quasi mezzo milione di minori ha dovuto usufruire di pacchi alimentari. Ma non è tutto.La povertà si riflette anche sulle condizioni abitative che definire disagiateèun puro eufemismo. Case fatiscenti prive di riscaldamento spesso senza neppure i servizi di prima necessità. Da circa cinque anni la povertà tende ad aumentare al diminuire dell’età. A farne le spese soprattutto i giovani e i minori. Un trend in netto contrasto rispetto ad anni addietro che assegnava agli anziani la maglia nera della povertà. A detenere il primato ancora una volte molte aree del Sud, isole comprese. Minori privati dello stretto necessario per crescere in armonia con i bisogni dell’età dello sviluppo e dell’apprendimento.Minori che abbandonano la scuola per poi abbandonare i loro sogni e la loro terra. Una delle aggravanti della povertà, ce lo ricordano periodicamente tutti gli istituti di statistiche, è appunto l’istruzione. Due fenomeni strettamente collegati che si trasmettono di generazione in generazione. In Italia un giovane su sette ha abbandonato gli studi,quasi la metà dei bambini e adolescenti non ha letto un libro extrascolastico in un anno, circa 1 uno su cinque non fa sport. Numeri spaventosi.Che chiamano in causa la politica affinché intervenga con provvedimenti immediati e concreti a supporto per contrastarla. Il nostro, un Paese ‘vietato ai minori’negli ultimi dieci anni ha perso di vista il suo patrimonio più importante:i bambini, sottolinea il report.Impoveriti, fuori dall’interesse delle politiche pubbliche, costretti a studiare in scuole non sicure e lontani dalle possibilità di cui usufruiscono gli altri coetanei europei.Occorre invertire la rotta. Prima che sia troppo tardi.Perché la povertà non è solo mancanza di cibo o di vestiario.E’ isolamento. Da tutto e da tutti.E’ paura del presente ma soprattutto del futuro. Ed proprio questo, il futuro, che politiche lungimiranti devono assicurare. Se non si vuol perdere la parte migliore. La linfa vitale
