SCIOPERARE E LAVORARE PER IL CLIMA

SCIOPERARE E LAVORARE PER IL CLIMA

Le manifestazioni servono, come servono le sollevazioni popolari. Lo sappiamo, lo abbiamo studiato nella e dalla storia. Ci si astiene dal lavoro o dalla propria attività per tutelare o per ottenere quello che crediamo un diritto. La nostra amata Costituzione addirittura lo sancisce all’articolo 40. Si ha notizia del primo sciopero nel 1150 prima di Cristo, durante il regno di Ramsete III, quando gli operai  che costruivano i templi di Tebe, protestarono perché da tempo non arrivava la  paga  rappresentata dal cibo e quindi non avevano la forza per lavorare.Abitare in un mondo che deve continuare a vivere è il diritto di tutti. Chi nel tempo non si è preoccupato se si producevano cose dannose per l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo e la terra che coltiviamo, ha intaccato questo diritto. Accanto a questo diritto, abbiamo peró dei doveri che tutti noi non abbiamo osservato puntualmente. Principalmente noi di una certa generazione, che abbiamo visto nascere la plastica, l’eternit, abbiamo usato stufe a lignite, carbone, kerosene, auto, vespa e motorini a benzina rossa, abbiamo gettato molte cose indistruttibili nel mare pensando che accogliesse e distruggesse tutto. Ora la generazione dei nostri figli accusa il mondo produttivo di negare questo diritto e di non aver osservato questi  doveri. Così facendo accusa un po’ tutti noi. Ci turba quest’addebito. i nostri figli, i nostri nipoti, le Greta, ci accusano e noi ci sentiamo in colpa. È senza dubbio vero tutto ciò, ma siate indulgenti ragazzi, ora occorre andare tutti nella stessa direzione. Noi non avevamo gli strumenti per “misurare” i danni che facevamo, il nostro mondo era più piccolo e il termine globalizzazione non era di moda. Se avessimo avuto gli strumenti che oggi la tecnologia consente, avremmo combattuto come voi. Anche noi siamo scesi nelle piazze, abbiamo manifestato e scioperato perché esistesse maggiore libertà, anche quella che, in parte, oggi vi permette di riempire le strade per protestare e, pensate, non avevamo nessuna giustificazione. La libertà era la nostra ecologia, lalotta per il diritto allo studio, per migliorare la vita dei lavoratori erano le nostre manifestazioni. Ora vediamo che non era sufficiente, allora andiamo insieme e invece di scioperare, lavoriamo insieme, studiamo e soprattutto vediamo oggi a cosa sappiamo rinunciare. A un po’ di aria climatizzata, a qualche grado in meno anche nelle aule di scuola, a una maglietta alla moda, agli involucri del supermercato. Penseremo che i telefonini con cui facciamo le foto e i selfie alla manifestazione di oggi, hanno le batterie al litio, scavato con le mani dai bambini di 6 anni nelle miniere del Congo? Ecco, ripeto non scioperiamo più ma lavoriamo per migliorare insieme, il mondo lo merita.