SOPRAVVISSUTE. STORIA DI N. CHE LITIGA CON LA MADONNA
N. parla ogni giorno con la Madonna. Non ha bisogno di osservarne l’immagine, le parla anche quando è al lavoro, mentre fa la spesa oppure porta a spasso i suoi cani, i suoi unici affetti. Avrebbe due figli, avrebbe, perché in realtà la progenie maschile ha seguito le orme dell’ex marito di N., perlomeno mentalmente, pur vivendo in casa con la madre. Ma N. con la Madonna non ci parla e basta, ci litiga anche, e pesantemente, arrivando a coinvolgere altre entità, santi protettori, fino al cosmo intero. Eppure N. non era così una volta, anzi, era una bella ragazza, sana di mente e di principi, che credeva nella vita, nell’amore, sognava un appartamento invece di un castello, ed il principe non importava che fosse azzurro, purchè fosse buono di cuore. Quel principe che la sposò giovanissima, lei non era ancora maggiorenne mentre lui aveva già quella età in cui si mettono da parte i ricordi della adolescenza per iniziare a costruirsi la vita. Quell’uomo che aveva un buon lavoro, serio, si presentò in giacca e cravatta ai genitori di quella ragazza dagli occhi azzurro mare, in mano un mazzo di fiori ed un sorriso rassicurante. Ti prenderai cura di nostra figlia vi darò tanti nipotini saremo una sola famiglia. Il primo figlio, e poi il secondo, e poi…le botte. Iniziarono per caso, il primo nervosismo per la cena che non piaceva, e fa nulla, papà è nervoso, e poi N. che trovò un lavoro, ma così non poteva cucinare per lui, che tornava a pranzo a casa e doveva mangiare la fettina riscaldata, la pasta preparata la sera prima, gli avanzi dei pasti. Lei che non c’era ed i figli a cui prestare attenzione, ma papà doveva riposare, e allora i figli iniziarono a comprendere le ragioni del padre, perché se stavano da soli la colpa era della madre che lavorava. E se andavano a scuola senza merendina perché la madre andava al lavoro ed il padre non si svegliava in tempo, la colpa era della madre. E se il pomeriggio la madre faceva la spesa di corsa e li portava al parco per poco tempo, era colpa sua, aveva scelto lei di lavorare, chi glielo aveva fatto fare? E anche le botte erano meritate, perché non adempiva ai suoi doveri di donna di casa, come invece aveva fatto la nonna, la madre di suo marito. Perché non riusciva a capire, lei, che il suo posto era in casa e non fuori? E se quella volta il marito ci era andato pesante, facendole un occhio nero, la colpa era di N., che non aveva accettato di essere rimproverata ed aveva risposto. Ovviamente i colleghi di N. la difesero, affrontarono il marito, certo, erano tutti interessati a lei, alla femmina da portarsi a letto, quindi non solo non era una brava donna di casa ma chissà con chi se la intendeva. Altre botte, una cicatrice sulla testa ed i capelli strappati, ed i figli compresero, aveva ragione il padre, la madre li lasciava soli per andare con altri uomini. Ma N. aveva solo la fede con cui tradire il marito, quella iconcina della Madonna sempre in tasca, però non veniva aiutata da alcuna persona, neanche da quella immagine, ed allora il conforto divenne accusa, litigio, lacrime. E divorzio. Divorzio difficile, i figli che testimoniarono contro la madre perché non stava in casa, perché non cucinava per loro a pranzo e cena, perché era diventata triste e nervosa. Divorzio difficile da digerire per il marito, perché quello stronzo di giudice aveva dato ragione a N., perché avrebbe vissuto con i figli nella casa che lui aveva comprato, perché avrebbe usato i soldi che lui avrebbe dovuto darle. Ma ci avrebbero pensato i figli a farle andare di traverso quell’attimo di gioia, il buon sangue non mente, e così da moglie schiava a madre serva il passo fu breve. N. litiga con la Madonna, e porta a spasso i suoi cani, e chi la vede per strada pensa che sia una matta che parla da sola.
