STRAGE DI LAMPEDUSA.368 NOMI SUL MONUMENTO CHE LI FA SMETTERE DI ESSERE SOLO CIFRE
Alle 3.30 del 3 ottobre è stato inaugurato un Monumento a Lampedusa per commemorare quella strage. È stata la caparbietà di Vito Fiorino – che questa opera ha voluto con forza, ricercando i finanziamenti, trovando la manodopera, organizzando i trasporti – a fare sì che esistano, finalmente, i nomi delle vittime del naufragio. Non erano ricordati, fino a oggi, da nessuna parte. Non qui, non altrove. Sono 368 nomi, più di un calendario. Oggi hanno parzialmente smesso di essere una cifra, numeri da usare davanti ai mezzi di informazione, statistiche da strumentalizzare.C’era Don Carmelo, della parrocchia San Gerlando, e c’era Paolo Naso, il coordinatore del progetto Mediterranean Hope e della commissione studi dialogo e integrazione della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia. C’erano gli abitanti dell’isola. C’era qualche parente delle vittime. Uno, proprio davanti a me, piangeva piano. Si asciugava le lacrime con il dorso delle mani e non riusciva a staccare lo sguardo da quei nomi inscritti nel monumento. C’erano dei sopravvissuti. Si abbracciavano con Vito, con Costantino, con Domenico, che li recuperarono dal mare, salvandoli.Non c’era nessuna autorità nazionale ed europea.Questo elenco di nomi nel Monumento ridà un frammento di dignità alla nostra Europa, così drammaticamente distante, così ignava, così vigliacca.È stato invitato a parlare un ragazzo sopravvissuto.Era molto commosso.«There is my brother’s name up there», ha detto.Ha chiuso gli occhi, ha preso un respiro profondo.«My little brother», ha aggiunto.Ha guardato il nome e poi basta.
