UN DRAGO DI NOME E DI FATTO
Draghi a fine mandato sbotta contro Berlino:1) cambiare le regole Ue dei bilanci (sono state imposte dai germanici): rendere più facili gli investimenti non conteggiandoli nei passivi. Lo ha chiesto anche Mattarella.2) Berlino investa di più, oltretutto è tenuta in virtù dell’enorme surplus commerciale dai trattati internazionali Fmi e Ue (solo Cottarelli dice che non è previsto nel trattato Ue, in realtà l’Ue ha fatto sue le regole del Fmi);3) Draghi ha chiesto la creazione di un meccanismo unico di stabilizzazione che garantisca la stabilità quando i Paesi dell’Eurozona sono soggetti a “choc asimmetrici”. In altri termini ha deprecato il non guardare in faccia a nessuno quando si determinano le crisi economiche, ma così la sola favorita è la Germania perché è un’economia molto forte.Stavolta Berlino si è arrabbiata davvero, accusa Draghi di comportarsi “da vampiro” verso la Germania. Hanno passato 8 anni a litigare in sordina, ma l’ha spuntata quasi sempre Draghi. Berlino non avrebbe fatto passare nemmeno il QE.
