A QUATTRO ANNI DI DISTANZA NON TI DIMENTICO
Oggi, un altro anno e siamo a quattro non posso dimenticare e non riesco ancora a perdonarti:Cos’è che rimane, dopo una fine? Io non domando più… mi racconto con una manciata di sassi appena, e per quanto mi possa impegnare, quel che esce è un sospiro faticoso, talvolta pare uno spiffero di vento, pure se il vento là sotto non soffia, perché non passa nulla, nulla, se non radici d’ogni tipo che intralciano il passo e tu non puoi far altro che aspettare che passino. Aspettare… tanto non c’è tempo da perdere… non c’è proprio, il tempo, cos’è? Le ore non si contano, minuti e secondi figuriamoci, lo so, ormai tutto è per sempre, tutto è come viene, non c’è ritardo, non c’è anticipo, non ci sono tremilaseicento secondi in un’ ora, non c’è futuro che non sia diverso da quello che uno s’aspetta…forse un passato, appena, che bussa ogni tanto e vuol farsi presente… ho imparato ad apprezzare quello che temevo: i pensieri perenni…C’è vita, la sotto? La terra è calda, crea riparo…?Com’è che si vive quando non c’è più nulla intorno? Ludo non lo sa… non lo sa più…una vita nel nulla…la Tua…ho camminato al tuo fianco e tenuto la mano, come se fossimo su un’ asse d’equilibrio…e mi dicevi e se cadiamo?. Se cadiamo… se non abbiamo le mani pronte a sorreggerci… se non capiamo… forza Enrica, chiudi gli occhi…vedi?E’ facile…io ci sono… non mi hai cercata… hai voluto giocare a nascondino da sola…. come in un circolo vizioso…hai scelto il “non futuro” Rimarrai una via di mezzo tra bianco e nebbia – il silenzio non ti insegna mai a diventare certezza – il nostro essere polvere, da cui rialzarci per cadere nuovamente, non ti ha mai aiutato ad esser stabileContinuerò a guardarti, consapevole del fatto che non durerò a lungo, con queste tempeste interiori ..no, non posso perdonarti, no, non ci riesco,solo rabbia tanta..e dolore per questo mio sentire… E ci sta bene, dopotutto…Ludovica….
