BOLIVIA: BRACCIO DI FERRO SUL BALLOTTAGGIO TRA ACCUSE DI BROGLI ELETTORALI

BOLIVIA: BRACCIO DI FERRO SUL BALLOTTAGGIO TRA ACCUSE DI BROGLI ELETTORALI

Ballottaggio sì, no, forse. Quasi sicuramente, in Bolivia, un secondo turno per le elezioni presidenziali ci sarà. Domenica sera la vittoria di Evo Morales, presidente in carica dal 2006, era apparsa netta (www.alganews.it/2019/10/21/bolivia-morales-vince-il-primo-turno-ma-va-al-ballottagio/), ma senza quello stacco di 10 punti percentuali per evitare il ballottaggio. Nella mattinata di lunedì, il distanziamento sembrava essersi realizzato, per poi rientrare in serata.Tanto è bastato all’avversario Carlo Mesa per gridare ai brogli, un’accusa poco plausibile, anche perché il risultato è in linea con i sondaggi e un ballottaggio non metterebbe a rischio la vittoria di Evo, che ha superato il 45 per cento delle preferenze contro il 38 per cento del suo avversario.Eppure Mesa ha dichiarato di non riconoscere i risultati del voto e ha chiamato i suoi alla mobilitazione. Appello raccolto soprattutto a Santa Cruz della Sierra, una delle provincie più ricche, nel Sud del paese, animata fin dal lontano 2006 da spinte separatiste. Il suo governatore Rubén Costa ripete sempre che quattro mandati presidenziali sono troppi: peccato che proprio lui stia governando dal 2006, esattamente come Evo.L’OEI (Organización de Estados Iberamericanos) ha ritenuto la questione talmente importante da trascurare quanto sta accadendo in Cile (www.alganews.it/2019/10/22/cileni-in-rivolta-chiedono-le-dimissioni-del-presidente-pinera/) – dove il bilancio degli scontri è salito 17 morti, migliaia di arresti illegali, stupri e sparizioni – per convocare per oggi una sessione straordinaria sulla Bolivia, su richiesta di Canada, Colombia, Costa Rica, Usa e Venezuela (la cui missione è controllata da Juan Guaidó, il presidente del Parlamento, autonominatosi capo di stato). Immediata la risposta di Evo, che ha invitato la OEI ad andare in Bolivia a verificare una per una le schede.Mesa insiste, tirando in ballo gli ambasciatori della Ue, Regno Unito, Francia, Danimarca, Germania, Spagna e Italia, che avrebbero espresso dubbi sulla regolarità del voto. In particolare, la Ue vuole chiarimenti su un’interruzione del conteggio, cui è seguito il temporaneo vantaggio di Evo.Intanto la tensione interna sale, con episodi di violenza nelle strade e manifestazioni opposte, in un paese che, grazie allo sviluppo di questi anni, ha fatto uscire 3 milioni di persone dalla povertà.