CILENI IN RIVOLTA CHIEDONO LE DIMISSIONI DEL PRESIDENTE PIÑERA

Undici morti, saccheggi, scontri nelle strade e 10mila militari inviati a reprimere i manifestanti, nella migliore tradizione cilena. Non si fermano le manifestazioni in Cile: iniziate per l’aumento del biglietto della metropolitana, hanno fatto da detonatore alla rabbia della popolazione – soprattutto degli strati popolari, i più colpiti dalle politiche neoliberiste del presidente Sebastián Piñera (https://www.alganews.it/2019/10/19/cile-proteste-e-incendi-per-aumento-trasporto-pubblico/). Il paese considerato dai mercati l’oasi sicura del Sudamerica, il baluardo contro il cosiddetto populismo dei vicini, si rivela per quello che è: ingiusto, feroce con i propri cittadini più fragili, spietato nell’applicazione delle politiche neoliberiste.La magnitudo della protesta ha sorpreso i paesi vicini come un avvertimento: se persino in Cile non si possono più spremere i cittadini come limoni, a colpi di aumenti delle tasse per perseguire a ogni costo il feticcio dei Chicago Boys – annullare il disavanzo primario – significa che la strada imposta non è quella corretta. La medicina funziona, ma il malato muore.Secondo Piñera, la responsabilità della situazione va attribuita un “nemico potente, implacabile, che non rispetta niente e nessuno ed è disposto a usare la violenza e la delinquenza senza limiti” che attenta alla stabilità del paese. Parole molto simili a quelle usate a suo tempo da Augusto Pinochet, che identificava il “nemico” con il comunismo. Chi abbia in testa Piñera, non è del tutto chiaro. Secondo le fonti da noi contattate, la rabbia è esplosa quando un militare ha sparato a una ragazzina in uniforme scolastica che provava a saltare la barriera del subte, notizia ufficialmente non confermata. A quel punto sono iniziati gli scontri violenti.I cittadini chiedono le dimissioni di Piñera, accusato di essere il responsabile della macelleria sociale degli ultimi anni: salute totalmente privatizzata, prezzi dei farmaci alle stelle e a carico totale dei cittadini, un sistema pensionistico inefficiente, costituito da fondi privati che non garantiscono una vecchiaia dignitosa.Intanto, anche la notte scorsa, i cittadini di Santiago non hanno dormito per il rumore causato dal passaggio dei carri armati nelle strade. Il coprifuoco continua in una decina di città, ma i cittadini lo sfidano. Le scene che si ripetono a pochi metri di distanza le une dalle altre sembrano tratte dal film Missing di Costa Gavras (1982).Comunque finisca la vicenda, con le dimissioni o no di Piñera, a uscirne rafforzato, a pochi giorni dalle elezioni argentine, sarà Alberto Fernández, candidato presidente. Che avrà una carta in più da giocarsi per negoziare con il Fmi condizioni meno dure del previsto per la restituzione del prestito. A esagerare, il popolo si ribella.