LA RIVOLTA DELLE PENTOLE IN ECUADOR

LA RIVOLTA DELLE PENTOLE IN ECUADOR

Non sono un’esperta di politica estera. Non conosco il dilaniato mondo dell’ America Latina. I popoli in perenne rivolta, l’ instabilità politica e sociale quasi come un marchio atavico. Tuttavia procedo a sensazioni. E, forse per indole, patteggio per coloro che sento più vicini a me, più indifesi, più bistrattati. Dopo il Venezuela, adesso il mio pensiero è rivolto all’ Ecuador . Mi ha chiamata, istintivamente,ad oltrepassare l’ Oceano, la rivolta delle pentole. Offuscata dalla escalation della lotta turco/curda, ma che sta mietendo vittime e sta vedendo coartati libertà e diritti. “Cacerolazo”,pentola, è generalmente una manifestazione di contrarietà al governo o a sue specifiche iniziative politico-economiche. L’ Ecuador è teatro in questi giorni di proteste contro le politiche del Presidente Moreno.Moreno, pur essendo stato eletto nelle fila del partito socialista ha ben presto, però, coinvolto nella attività di governo la destra conservatrice introducendo politiche che hanno drasticamente ridotto la spesa pubblica, ha aperto a una visione liberistica del mercato e ha consentito un affossamento dei diritti dei lavoratori. La goccia che ha fatto traboccare il vaso pare essere stato l’aumento spropositato dei prezzi del carburante. Scontri violenti si registrano in queste ore tra i manifestanti e la polizia nella capitale Quito e giungono persino drammatiche notizie di arresti di massa e morti. “Rivolta delle pentole”. La gente per strada, nelle case, batte sulle pentole per protesta.“ La rivolta dei fannulloni” è invece stata definita dal Presidente che ha stabilito persino il coprifuoco. Uomini e donne in lotta per i propri diritti. Anche gli Indígenas de Ecuador stanno sciamando per le strade della capitale . In realtà, i problemi sono più annosi e legati all’ austerità economica imposta al paese a causa di un contestato accordo fra il governo e il Fondo Monetario Internazionale. Una manovra che terrebbe in scacco le classi meno abbienti e lavoratrici motivata dalla necessità di sovvenzionare l’ accordo firmato con il FMI per un prestito pari a 4.2 miliardi di dollari. Il prestito con l’FMI sarebbe stato contratto per coprire il condono realizzato nel 2018 pari alla somma di 4.5 miliardi di dollari ” sul debito che lo Stato vantava con il settore bancario e imprenditoriale” . ” È la classica trasformazione del debito privato in debito pubblico.” ( Cfr Antidiplomatico.it) Dei sanguinari il Mercato e la Finanza, molto e più delle divinità Incas. Che tempio maledetto il loro. Sacrifici umani pretendono. E sono voraci. Fanno adepti tramite il Potere…che logora solo chi non ce l’ ha ! Povero piccolo mondo antico…con le pentole…senza più i coperchi