MATTEO BASTONA L’ALTRO MATTEO NEL SALOTTO TV DI VESPA

MATTEO BASTONA L’ALTRO MATTEO NEL SALOTTO TV DI VESPA

Alla fine l’impressione di fondo è che si sia  trattato di uno scontro tra ex. Non dunque  di due capi  che rappresentano il  nostro futuro politico  ma di un passato che non vuole tramontare. Masticando masticando, in quei novanta minuti di dibattito, questo in effetti emergeva.  E però nel Porta a Porta televisivo un vincitore c’è stato, ed è il leader di Italia viva.  Peccato che come al solito non gli basti  vincere.  Matteo Renzi vuole  stravincere. Perchè l’ex premier non si accontenta mai, e  così in automatico diventa arrogante, antipatico, supponente. Indigeribile. Detto ciò è fuori discussione che se fosse stato un incontro di calcio, il match  tra i due Matteo, nel salotto tv di Vespa, sarebbe finito dieci a zero per l’ex sindaco di Firenze. Alcuni dicono che Salvini si sia mostrato serafico al cospetto del pubblico televisivo, non perdendo mai la calma e questo sarebbe andato a suo vantaggio. In realtà a molti l’atteggiamento dell’ ex ministro dell’interno è sembrato quello di uno studente che si presenta all’esame di maturità impreparato, scanzonato, indolente. Incapace di rispondere anche alle domande più elementari. E quando ribatte all’altro MAtteo  sulle sue vacanze a Milano Marittima, spiegando che  a lui piace stare in Italia in mezzo alla gente mentre la sinistra preferisce andare in ferie a Montecarlo pasteggiando ad ostriche e champagne, beh, si capisce come non abbia chiara nemmeno la  posizione poltica di Renzi. Definire infatti  di sinistra l’ex premier,quello del jobs act per intenderci , non sta nè in cielo nè in terra. Il leader di Italia viva è evidentemente un esponente della destra politica  moderata, come Salvini lo è dell’estrema destra italiana. Insomma uno scontro stanco,  con un Renzi però  molto preparato,  capace di colpire chirurgicamente Salvini, bastonandolo dove il segretario del carroccio è più debole: i quarantanove milioni sottratti dalla lega agli italiani, i fondi russi e Savoini, le sue assenze in parlamento, in Europa, al ministero degli interni. E quando Salvini prova a rintuzzare gli attacchi mostrando cartelli sul terreno preferito, quello dei migranti, Renzi risponde con cifre, frasi pie, e un tocco di aggressività. Solo su quota cento  l’ex sindaco di Firenze dà l’idea di essere in difficoltà e non regge il racconto dello zio vigile urbano di fronte alla propaganda mirata di Salvini. Alla fine Vespa ringrazia i due contendenti definendoli leoni. Beh, ad essere sinceri,  più che leoni, i due Matteo ieri sembravano due vecchie glorie che non si rassegnano ad imboccare il viale del tramonto della politica italiana. Ruggiti sdentati e niente di più