MEGLIO GRETINI CHE CRETINI

Giorni fa il bravissimo Riccardo Iacona ci ha presentato, a Presa Diretta, un servizio sulla città di Oslo. Il tema riguardava la trasformazione della capitale norvegese verso un modello sostenibile a gas di scarico zero, con trasporto pubblico elettrico diffuso, grandi isole pedonali e tante tante biciclette… Mentre scorrevano le immagini, non so perché, la mia mente tornava, ahimè…, all’estate scorsa con l’aspirante presidente del consiglio a fare il disk jockey al Papeete. Mah…il potere dell’inconscio… Di nuovo le immagini affascinanti di Oslo e poi….rieccolo!….questa volta col rosario in mano davanti a una folla acclamante…. A questo punto mi sono chiesto: ma il nostro paese non ha dato i natali a Dante, Leonardo, Raffaello, Galileo, Fermi, De Gasperi….?? Ebbene sì, ma allora dove e quando abbiamo deragliato? Mah…forse nel ’94… Scacciate poi dalla mente quelle immagini penose cercai di godermi in pace il bel servizio di Iacona sognando una Roma conquistata e invasa da moderni vichinghi, non più predatori come c’insegna la storia, che nel giro di pochi anni l’avrebbero trasformata in una città finalmente pulita, senza traffico e con il centro storico completamente pedonalizzato. Sogni a parte, è evidente che i risultati della trasformazione di Oslo sono quelli di un progetto (emissioni zero entro il 2030) elaborato e sviluppato nel tempo da politici e tecnici preparati, seri e determinati. Riepilogando: progetto, sviluppo nel tempo, politici e tecnici preparati, seri e determinati. Capito? Ebbene sì, i grandi problemi si risolvono con l’attitudine a progettare interventi mirati nel medio e lungo termine e l’ambiente malato non può essere curato con azioni estemporanee di un certo governo politico, poi annullate e sostituite, magari dopo solo pochi anni o pochi mesi, da quelle del governo successivo. Ora un grosso macigno è caduto nello stagno dell’indifferenza e dell’ignoranza, spesso incolpevole, della gente comune grazie alla protesta giovanileFridays for futureportata avanti dalla curiosa e coraggiosa Greta Thumberg. Grandi problemi richiedono grande attenzione e c’è forse un parallelo fra il ’68 del secolo scorso e l’attuale protesta giovanile. I sessantottini contestavano famiglia, scuola e politica colpevoli d’immobilismo verso riforme e cambiamenti di costume riguardanti alcune categorie della società (studenti e operai), i seguaci di Greta contestano l’immobilismo del potere politico ed economico verso lo stato di salute del nostro pianeta. Ora stupisce che di fronte a un problema di tale portata la politica mondiale appaia così inadeguata, se non addirittura assente del tutto nel caso di alcuni stati (USA in testa). Vero è che introdurre nell’attuale modello di società una serie di cambiamenti epocali come l’abbandono dei combustibili fossili come fonti energetiche e della plastica monouso nella vita quotidiana delle persone è tutt’altro che facile, tuttavia di là dalle buone intenzioni programmatiche esplicitate nei convegni periodici mondiali (da Kyoto a oggi ne abbiamo contati innumerevoli..) registriamo, per ora, nessuna luce in fondo al tunnel… Intanto però qualche burlone dell’ultima ora, cavalcando il negazionismo della teoria del global warming, nonostante sia stata elaborata e divulgata dalla quasi totalità della comunità scientifica mondiale, si diletta nella presa in giro del movimentoFridays for futureequivocando sulle parole dalle prime pagine dei soliti giornali (o giornaletti…), bollando come gretini i seguaci di Greta Thumberg. Il grande Indro Montanelli, se fosse ancora vivo, non avrebbe esitato a bollare come cretini questi suoi ‘poveri’ aspiranti colleghi.