QUANDO A PENSARE MALE SI FA PECCATO

QUANDO A PENSARE MALE SI FA PECCATO

“A pensare male si fa peccato, ma ci si azzecca quasi sempre”, dice un celebre aforisma, portato alla notorietà da Giulio Andreotti. Ebbene, oggi, poiché questastoria della maglia verde mi ha ispirato, farò esercizio di dietrologia tratteggiando la trama di un romanzo, ancora inedito, di fantapolitica, dal titolo “La maglia verdastra”. Trama: “Lo sponsor della Nazionale di Calcio Italiana, un’azienda tedesca, la Puma, una mattina si sveglia e impone alla Nazionale di indossare, al posto dell’amatissima, storica, vincente e appassionante maglia azzurra, una nuova maglia di colore verdastro, senza scudetto tricolore. I responsabili della dirigenza della Nazionale, animati da un forte spirito patriottico, resistono all’imposizione, ma come si fa? dicono, ci sarà la rivoluzione degli italiani, alla notizia. Lo sponsor tedesco indora la pillola e suggerisce ai prodi responsabili: intortateli, dite che il verde è il colore del Rinascimento ( ma davero davero?) , che è il nuovo che avanza, e altre quisquilie e pinzillacchere. Ci crederanno. I responsabili resistono: gli italiani non ci cascheranno mai. Bene, dice lo sponsor tedesco, e allora addio. O si fa come dico io, maglia verdastra, o niente soldi della sponsorizzazione. I responsabili della Nazionale Italia, ora animati da forte spirito contabile, accettano subito. La notizia viene resa pubblica, insieme alle prime foto della maglia verdastra, e ci si aspetta di tutto. Chi erano i Mille di Garibaldi, i trecento di Leonida, gli altri poveri trecento di Pisacane a Sapri, in confronto a ciò che accadrà ora sull’onda del Dies Irae degli italiani? Niente. Non accade nulla o quasi. Gli italiani, ormai rassegnati a tutto, protestano debolmente qui e là, qualche tweet sui social, qualche foto su instagram, qualche battutina. Ma ecco che la trama ha un colpo di scena. Un giovane hacker italiano, Davide, pronipote di un compagno di scuola di Meazza, vuole vederci chiaro ed entra nei computer dello sponsor. Qui, tra molte email e messaggi cifrati, scova qualcosa. un epistolario segreto. In una email si legge: “Chez moi va tutto male. La gente mi odia e scende in strada. J’ai besoin di infiammare gli animi, altrimenti non so come finirà. Firmato E.”. Chi sarà mai questo E.? Davide scova la risposta: “Caro E. forse ich habe una soluzione per te. Che ne dici di regalare ai tuoi concittadini l’esclusiva della maglia Bleue? Fino a oggi l’hai dovuta condividere con gli Italiani. Sarebbe un bel colpo di popolarità. Saluti, A.” . La risposta di E., quasi incredula: “Magari, cara A. ma come fai?”. “Tu non ti preoccupare, caro E. L’importante è che tu ritrovi il consenso popolare, e noi due restiamo forti e uniti. Auf wiedersehen, A.”. A questo punto della storia il giovane Davide decripta un’email chiave della misteriosa A. ” Spettabile sponsor, cambi colore alla maglia dell’Italia, dobbiamo fare una cortesia a E. che perde consensi. Firmato A. “. Lo sponsor preoccupato risponde: “Ma come facciamo?”. “Tagliate i soldi, altrimenti … A.”. E così il giovane Davide ha scoperto l’intrigo. Indignato, arrabbiato e tradito, ispirato quindi dal favoloso finale del film “I tre giorni del condor”, scrive un memoriale dove rivela tutto e lo spedisce al quotidiano più importante perché lo pubblichi. Ma il memoriale sparisce, si perde chissà dove e chissà perché, nessuno saprà mai nulla. E la mattina dopo anche Davide è scomparso. Nessuno sentirà più parlare di lui.” . Il romanzo finisce con la partita di campionato del Mondo tra i fieri Bleus e i poveri Verdastri. E una tristezza infinita. Ma, nascosto tra la folla sugli spalti, il giovane Davide medita vendetta.”(ogni riferimento a cose, persone o fatti è puramente casuale. Ma plausibile)