SVIZZERA TRIONFO VERDE. INTERVISTA A PAOLO GALLETTI LEADER ECOLOGISTA DELL’EMILIA ROMAGNA

SVIZZERA TRIONFO VERDE. INTERVISTA A PAOLO GALLETTI LEADER ECOLOGISTA DELL’EMILIA ROMAGNA

Svizzera, trionfo verde. Due liste che complessivamente totalizzano il 21% dei voti (13,3 ai Verdi e 7,8 ai Verdi Liberali). Aumento a valanga dei seggi per gli uni e per gli altri, complessivamente, secondo le ultime agenzie, intorno ai 45 (sicuramente più che raddoppiati). Sui media svizzeri già si parla di un sisma di rare proporzioni. Lo statico panorama politico elvetico cambia di colore. Quali le ragioni? Ne parliamo con Paolo Galletti. appena eletto Co-portavoce, con Silvia Zamboni, dei Verdi dell’Emilia Romagna. Un incarico pesante, in vista di un impegno elettorale ormai vicino, da molti ritenuto una cartina di tornasole di quanto sta avvenendo su scala nazionale. Paolo peraltro, non manca dell’esperienza necessaria. Deputato Verde dal 1994 al 2001. Ma prima ancora, ci piace ricordarlo protagonista di una importante battaglia vincente. Quella contro una centrale a carbone che doveva vedere nella città di Ravenna la vittima predestinata. Domanda. Grande successo delle liste Verdi in Svizzera. A quali ragioni va secondo te attribuito? Ragioni globali e/o ragioni locali? Risposta. Ovviamente entrambe. Sicuramente l’accelerarsi di fenomeni catalogabili come “eventi estremi” ha fortemente scosso la sensibilità ambientale delle persone, sia all’interno che al di fuori dei confini. Se pensiamo a noi, dobbiamo dire che quando un chicco di grandine spacca i vetri delle autovetture la sensibilità non può che crescere. Come peraltro ha da tempo costituito un terreno fertile per il crescere della sensibilità una serie di pre-condizioni. Per certo il sistema informativo elvetico marginalizza l’informazione sulla questione ecologica molto meno che in Italia. Ma soprattutto l’attenzione alle problematiche di cui i Verdi si fanno portavoce si è dimostrata in grado di incontrare l’attenzione e i favori di strati di popolazione sicuramente più vasti che altrove. D. Proprio su questo ti vorrei porre una questione che può incuriosire chi non conosce la realtà elvetica. Il successo dei Verdi è appannaggio di due liste. Una delle quali, denominata Verdi Liberali, viene definita dai media italiani “di destra”. Che io ricordi le tradizionali spaccature tra i verdi, nel Centro Europa erano piuttosto riferibili a quelle tra un’ala fondamentalista (“fundi”) ed una pragmatica (“realos”). Cosa ne pensi in proposito? R. Mi sembra giusto premettere che i Verdi Liberali non si definiscono per questo “liberisti” o “neo-liberisti”. L’elemento di distinzione tra le due formazioni va piuttosto ricercato nell’attenzione diversificata che viene rivolta dagli uni ai diritti civili ed individuali (i Verdi Liberali) e dagli altri alle tematiche dei diritti sociali (i Verdi). D. Come dire che la predilezione per i diritti individuali, diffusa ovunque nel panorama partitico italiano, in quello svizzero ed ecologista è una prerogativa marcata segnatamente dai Verdi Liberali? R. In linea di massima sì. Ma il discorso va fatto in termini più generali. La sensibilità ecologica in Svizzera è sviluppata trasversalmente alle classi sociali. Zurigo può ben essere definita il paradiso dei tram. A Basilea, in un trasporto pubblico oltremodo confortevole, il manager viaggia fianco a fianco con l’operaio in tuta. Nelle villette dei quartieri alti esistono minicentrali di riciclaggio dell’organico casa per casa. E’ naturale che un ventaglio sociale così vasto faccia riferimento a più di una forza politica.