BLOWIN’ IN THE WIND
“Quanti anni può resistere una montagnaprima di venire spazzata dal mare?e quanti anni devono vivere alcune personeprima che venga accordata loro la Libertà?e quante volte un uomo può girarsi dall’altra partee fingere di non vedere?La risposta, amico mio, soffia nel ventoLa risposta soffia nel vento”(Bob Dylan 1962) Questo citava un brano di Bob Dylan scritto ed interpretato nel pieno periodo della guerra fredda, di li a poco il mondo rischiò la terza guerra mondiale con la crisi dei missili sovietici a Cuba. Insieme a queste bellissime parole si sentiva gridare, cantare in ogni angolo della terra:“Fate l’amore non fate la guerra”.E’ tempo di rispolverare certi brani, di tornare a parlare di pace, di ritornare a lottare per la pace, per scongiurare altri lutti, altre tragedie con paesi interi distrutti. Quanto sta accadendo in Siria è un altro tentativo criminale di annientare un popolo, un altro tentativo di far prevalere i propri interessi con la forza, con la violenza, con la morte. Non si può sempre far finta di niente, non si può voltare la faccia per non vedere. Tutto in nome di cosa? Per chi? Per il solito tiranno di turno, con il tacito assenso di quella potenza che da anni semina guerre in tutto il mondo creando apposta il “nemico di turno”, che minaccia la pace, che è contro l’autodeterminazione dei popoli, che è contro l’indipendenza dei popoli sempre con false motivazioni insomma. Sappiamo bene chi c’e dietro a tutto questo. L’Italia, l’Europa non possono stare a guardare l’ennesimo genocidio, l’ennesimo crimine contro l’umanità. E basta innanzitutto con il tacere, con il fingere di ignorare chi ha interesse a provocare tutto questo. L’Europa è nata anche per questo, per affrancarsi dalle ingerenze di tutte quelle potenze alle quali ha fatto sempre comodo tenerci divisi per meglio coltivare i loro sporchi interessi. Stiamo vicini al popolo Curdo che deve forse pagare la distruzione dell’ISIS, un altro nemico creato ad arte per destabilizzare, per terrorizzare dal quale poi proprio chi lo ha creato ci fa credere di volerci difendere usurpando il ruolo di “sentinella della pace”, dopo di averlo creato il “nemico di turno”, addestrato e poi armato. Mettendo, consapevolmente e in modo criminale, a rischio la pace non solo dei territori coinvolti in queste assurde tragedie, ma del mondo intero e la distruzione di esso.
