TRUMP SOTTO ACCUSA; MA LUI PENSA ALL’ITALIA. MENTRE DA DAMASCO ARRIVA UN SILURO

TRUMP SOTTO ACCUSA; MA LUI PENSA ALL’ITALIA. MENTRE DA DAMASCO ARRIVA UN SILURO

Pare che si diverta The Donald, a dispetto delle disavventure in cui incappa. Messo in stato d’accusa dalla Camera Usa a maggioranza dem. I repubblicani fanno blocco per lui, ma non basta che due dem gli votino a favore per ribaltare una maggioranza che lo assimila a presidenti illustri: Nixon, per il caso Watergate e Clinton (il marito di Hillary) perché bugiardo. Capi d’accusa pesanti relativi alla vicenda Ucraina. Il tentativo di convincere più con le cattive che con le buone (ritiro degli aiuti militari) il neo presidente Zelensky a darsi da fare per incastrare il giovane Biden, figlio di un possibile concorrente dem anti Trump alle prossime elezioni. Biden senior, a dire il vero, pure se molto amato dall’establishment democratico, è circondato da un alone di loser (perdente) che a Donald potrebbe anche piacere. Ma stando ai sondaggi, tranne una possibile risorta Hillary, tutti i candidati dem al momento la spunterebbero su Trump. Ragione per la quale farne fuori uno non sarebbe male. Però tra i possibili testimoni viene citato quel Bolton, falco dei repubblicani, che Trump ha appena fatto fuori e che sbava odio proprio contro l’avvocato Giuliani implicato nel caso ucraino come compagno di merende del presidente.Vuoi vedere che potrebbe essere il fuoco di un ex amico a impallinare il grande capo? Nel frattempo Donald ascolta le parole della Pelosi e degli altri accusatori democratici e parla di caccia alle streghe. Un termine che indicava la persecuzione dei comunisti negli Usa in un lontano dopoguerra. Sentire che Trump si assimila a loro fa una strana impressione. Tra il grottesco e l’orrido. Ma il nostro è fatto così. Se non la spara grossa non sta bene. Passano poche ore e fa notizia una sua dichiarazione secondo cui l’Italia farebbe bene a uscire dalla Ue. Motivazioni: un poco di meno di quelle in uso al bar sport sotto casa. Però questi fuochi d’artificio rappresentano il marchio di fabbrica del nostro. Lui si diverte così, finché dura. In serata, ora italiana, un colpo mancino da chi non te l’aspetti. E’ il leader siriano Assad a mettere in dubbio che gli Usa abbiano fatto fuori al Baghdadi, quanto meno secondo le modalità esposte da Mr. President. Nessun movimento di aerei nella zona in cui l’aviazione Usa avrebbe, secondo Trump, svolto l’attacco. Pare non reperibili i cadaveri dei familiari del capo dell’Isis. Vuoi vedere che il presidente è un bugiardo. Donald trema. Quest’accusa, nell’opinione pubblica Usa, pesa più di quella di essere un intrallazzone della peggior specie