SARDINE AL MICROSCOPIO
” …Il bambino è cresciutoIl sogno è finitoE io sono diventatoPiacevolmente insensibile…” ( Comfortably numb – Pink Floyd). Dall’ esplosione del big bang da cui tutto ebbe origine che si creda o no, che sia stato un dio o un brodo primordiale poco importa, all’ implosione in un monadismo esasperato ed esasperante. È vero. La sensibilità costa. Tanto.Costa sentire il dolore come fosse il proprio. Costa comprendere la rabbia quando è impotente grido di chi ha solo la voce per farsi ancora sentire prima che la sabbia , che non ricorda mai, cancelli orme e fiato. Costa credere nell’ uomo nonostante tutto, nonostante il ferale istinto di farne tabula rasa.Costa non essere più bambini, non percepire l’ altro anche senza vederlo, catalogarlo, etichettarlo, valutarlo… venderlo o comprarlo. Costa.Non c’è nulla di bello nell’ essere “piacevolmente insensibili” . Sì, molte cicatrici in meno. Molto sangue rimasto nelle vene. Ma pur avendo pianto tanto, pur avendo ceduto alla vita istanti di felicità irripetibili, non ho mai chiesto di essere esentata dal dolore. Mai chiesto di liberarmi dagli altri anche quando gli altri erano la fonte della mia sofferenza, il marchio visibile e tangibile della mia impotenza. Piacevolmente insensibili non è umano. È quello che ci chiedono di diventare. Ho riflettuto molto in questi giorni.Quanti appelli fatti ? Quante energie spese per batterci contro l’ egoismo imperante, la xenofobia, il razzismo, la discriminazione, l’ ingiustizia sociale? Il becero opportunismo di una classe politica miope e scarsamente lungimirante che distrugge tutto ciò che tocca, ivi compresa la Costituzione? Eppure la partecipazione non è stata corale, anzi probabilmente ” settaria” è la definizione più corretta. A nulla sono valsi strali, incitamenti , preghiere, ammonimenti. Passività è stata la scenografia desolante. ” Piacevolmente insensibili” è stata la definizione canonica. Al punto da fare venire la voglia in gente come me di dire” ma andate tutti a…quel paese” soprattutto alle mie latitudini dove la lamentela è prassi e l’ impegno in prima persona è demandato. Poi una sera strana arriva un’ immagine da Bologna. Una piazza gremita. Migliaia di persone stipate come… sardine. Li aveva messi lí Salvini? Tanto solo lui ormai è nelle piazze. Gli altri sono rintanati nelle roccaforti delle loro astruse e lontane idee. Aguzzo la vista. Non hanno rosari in mano, non hanno immagini sacre di un capitano col moijto, non dileggiano il mio inno. Allora chi sono? Tengono delle sardine in mano. Disegnate. Colorate. Fatte bene o fatte male. Ma chi sono? Possibile che non riconosca il Popolo?Il Popolo? In piazza? Contro Salvini ?Tre domande che smorzano il fiato delle mie risposte. Sì. Tante. Migliaia. E cantano il canto di un popolo mentre risorge, quel Bella ciao che conquistò il Futuro di un paese perso sotto le macerie di una guerra fratricida. Un Popolo che si raduna e scende in piazza? Chi lo ha precettato? Chi lo ha pagato? Pensieri immondi, lo so. Ma a questo ci ha abituati la politica nostrana degli ” ismo “intollerabili eppure presenti e serpeggianti. Poi scopro che un tam tam virtuale ha sortito il miracolo del risveglio. Che dei giovani hanno avuto l’ idea e l’ hanno messa in atto, fuori dalle logiche di partito. E la mia felicità è stata immensa.Giovani. Giovani. Lo capiamo? Quelli che abbiamo definito ” bamboccioni” , quelli che abbiamo creduto ” privi di stimoli “, quelli che abbiamo considerato ” dimentichi dell’amore patrio”, quelli a cui a tutti i costi vogliamo dare una valigia da emigrato! Loro, sì, loro che hanno dato la più grande prova di amore patrio di questi ultimi tempi. Dimostrando al mondo cosa è l’ Italia. Lontana e diversa dal cupo colore della intolleranza. Lontana dalla politica che litiga come fosse sugli spalti di uno stadio.Lontana da sondaggi e da manopolazioni del pensiero. Desiderosa di esprimere il suo ” esserci” che spinto dalle correnti ,ha unito il nord e il sud in un afflato che nessun gatto col pesce in bocca, sterile tentativo di offiscarne la portata, riuscirà a sopire. Eppure noi che dovremmo dire grazie a questi ragazzi per averci ricordato che siamo vivi,che se c’ è qualcuno che sa motivare, lasciamo gli ormeggi e affrontiamo l’ oceano, ricadiamo nello stesso errore di sempre: la ricerca dell’oscuro motivo, la convinzione che tutto debba avere un piano diabolico alle spalle. Prendiamo atto , invece, del fallimento della nostra metodologia di comunicazione che non attecchisce con i giovani e con la gente. Prendiamo esempio e non cerchiamo di darlo contro ogni logica. Noi abbiamo fallito. Loro hanno dimostrato che Volere e Potere.Effimero esempio? Destinato a crollare senza una struttura programmatica? Ma taciamo! Le nostre mille parole non valgono il sangue che hanno fatto scorrere ancora nelle vene! Da nord a sud: sardine!Le rivoluzioni le fanno i giovani. Perché sognano. Punto!Noi possiamo offrire l’ esperienza se saremo umili.” Non c’è dolore, stai solo recedendoIl fumo lontano di una nave all’orizzonteRitorni solo attraverso le onde…” ( Comfortably numb- Pink Floyd). Intanto grazie a questi ragazzi: ci hanno ricordato che per morire ci basterà un tramonto…ma per vivere occorrono I Sogni !
