CATTIVI MAESTRI. IL PROF CHE MINACCIA LE SARDINE

CATTIVI MAESTRI. IL PROF CHE MINACCIA LE SARDINE

E poi capita di imbattersi in post come questo ed è inevitabile porsi alcune domande. Alcune resteranno senza risposta, altre irriteranno, altre ancora troveranno una sorta di giustificazione, valida per alcuni, impensabile per altri. Ma è così che il tempo si ferma, i ruoli vengono messi in discussione, l’insegnamento sminuito a dispetto di quanti si impegnano quotidianamente per istruire, educare, formare i giovani che diventeranno gli adulti di domani. Parole forti all’indirizzo di giovani che dovrebbero avere la possibilità di esprimersi, contestare, proporre alternative al momento storico, politico, culturale in cui si ritrovano, loro malgrado a vivere. Molto, troppo clamore quando sono gli studenti o i lavoratori a scendere in piazza. Qualcosa che viene temuto, che deve essere evitato, che non trova una pacifica collocazione in questo momento. Fa specie che ad usare termini così forti, ricattatori sia proprio un insegnante, una persona che ricopre il ruolo di educatore, arma potente per migliorare coloro che diventeranno adulti. Il linguaggio usato parla da sé, contiene odio, è violento e non può né deve essere tollerato. Poi si può non condividere le scelte altrui ma non in questo modo, non attraverso le parole che lasciano sempre tracce indelebili sulle coscienze, non salendo in cattedra senza rappresentare la scuola italiana, che pur versando in condizioni non propriamente idilliache, tanto si adopera attraverso la dedizione costante di chi fortunatamente non dimentica l’importanza del ruolo che ricopre. Insegnare vuol dire formare cittadini che parteciperanno alla vita pubblica e civile del paese. Dove è stato dimenticato tutto questo? Nel fanatismo incontrollabile ed incontrollato a cui assistiamo ogni giorno? E tutto ciò ci rende migliori o rende migliore chi lo mette in pratica? È questo che vogliamo lasciare in eredità a chi ci osserva ed impara a diventare ciò che non dovrebbe più esistere in questo paese? Non saranno proprio messaggi come questo a farci capire quanto la libertà di espressione venga sempre meno e quanto invece né abbiamo bisogno? Non è normale che queste sardine vengano così attaccate, quanto il loro combattere per ciò che non ritengono giusto diventi occasione per rispondere con quella violenza di cui loro sono stanchi, e non solo loro..Non è normale che tutti si debbano silentemente adeguare, quando ci si ritiene democratici fautori della libertà. Forse il Ministero dovrebbe intervenire in modo deciso, forse dovremmo smetterla di tirare la corda, forse è proprio l’esasperazione alla base di violente reazioni. Quello che non si vuole e che bisogna evitare, anche e soprattutto quando si muovono persone che non la vedono come noi, altrimenti che senso ha parlare di libertà e ritenersene pacifici fautori?