REGIONALI, DI MAIO E LA NOIA. INTANTO LE SARDINE RIEMPIONO LE PIAZZE

REGIONALI, DI MAIO E LA NOIA. INTANTO LE SARDINE RIEMPIONO LE PIAZZE

Di Maio ribadisce che il M5s andrà solo alle Regionali, sia in Emilia-Romagna che in Calabria.Questa è l’unica cosa comprensibile di tutte le argomentazioni fornite dai dirigenti pentastellati in questa fase politica che si avvicina sempre di più alla scadenza del 26 gennaio prossimo.A scanso di equivoci vorremo sottolineare che non siamo qui per emettere verdetti o giudizi, ma per capire e far capire qual’è la situazione politica che caratterizza questa fase.“Ci troveremmo a disagio in un accordo regionale con il PD. Meglio allearsi con le forze civiche”, benché sia “giusto stare insieme a Roma, perché non si può governare da soli”. Parole e musica del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il quale aggiunge che i 5Stelle – specialmente in Emilia-Romagna – sono aperti sul programma ma non sulle coalizioni.Si da il caso però, che le forze civiche – almeno in Emilia-Romagna – abbiano manifestato apertamente, e talune ufficialmente, la volontà di affiancare e sostenere, in questa tornata elettorale, il candidato del centrosinistra Stefano Bonaccini. Se poi c’è una dichiarata apertura sul programma, dove sta il problema?? Qui iniziano i dubbi e le perplessità. Stiamo parlando di forze che sono alla guida del paese, alleate di governo, non di coalizioni messe su tanto per fare; ci dovrebbe essere più rispetto per i cittadini, soprattutto se si pensa al futuro di incertezza che si paventa all’orizzonte!Sorge spontaneo il dubbio che il problema sia tutto interno al Movimento; forse ha bisogno di conferme e le cerca in una “conta” elettorale. Dopo l’Umbria si cerca di capire quale sia l’anello debole della catena?? Eppure crediamo che la sconfitta del centrosinistra in quella Regione sia la diretta conseguenza di politiche ed errori commessi negli anni passati, che non hanno niente a che vedere con il sistema di alleanze messe in campo nella recente tornata elettorale. E’ vero anche, che ogni Regione ha la sua storia e le sue peculiarità, fatte di buoni governi e di esperienze, positive o meno. Non cambiamo opinione sul fatto che qualsiasi risultato esca dalle urne regionali, non necessariamente debba mettere in crisi la continuità del governo nazionale. La stessa cosa però, non si può certamente dire se le stesse forze che compongono il governo si presentano divise e (OVVIAMENTE) con programmi e modelli amministrativi diversi, l’uno contro l’altro armati.In sostanza, non si può far finta di nulla e non vedere che in questo modo le truppe Salviniane rientrano in gioco dalla porta laterale, visto che quella principale è chiusa da una realtà che è difficile da mettere in crisi. Mentre in Calabria permane l’incertezza lasciando proseguire il valzer dei nomi, la candidata di Salvini per l’Emilia-Romagna, Lucia Borgonzoni, in un intervista a Radio Capital afferma che “l’Emilia-Romagna non ama questo governo” aggiungendo di aver visto “quello che è successo con la tassa sulla plastica”. Vorremo tanto avere il piacere, qualora fosse possibile, di intervistare la Senatrice, alla quale ci piacerebbe chiedere quale potrebbe essere la Sua (Loro) proposta “alternativa” riguardo alla questione tirata in ballo; sarebbe anche l’occasione per ricordarle che l’attuale Giunta regionale, non ha neppure atteso la definizione della risoluzione sulla plastic tax, per approvare una norma, basata su tre punti fondamentali – riconvertire, ridurre e ripulire – che a quanto è dato sapere rappresenteranno il sostegno, attraverso fondi e incentivi, per un processo diRICONVERSIONEdelle imprese che producono plastica con particolare riferimento a quella monouso. L’approvazione della norma in questione specifica inoltre che “sono previsti aiuti agli enti pubblici e ai privati che decidono di ridurne l’uso e un progetto speciale di pulizia per rimuovere i rifiuti – in particolare quelli plastici – dai letti dei corsi d’acqua, dal mare e negli spazi pubblici”. All’indomani dell’incontro tra Beppe Grillo e Luigi Di Maio, non ci siamo dimostrati poi così tanto “ottimisti”, così  come sembra essere accaduto a Zingaretti. La situazione rimaneva e rimane sempre sul meccanismo forgiato sul “tutto e il contrario di tutto”. Con la SINISTRA si può fare buone cose, affermava Grillo, salvo poi chiedere un VOTO DI BENEFICIENZA che non verrebbe indirizzato verso la sinistra con cui “lavorare assieme”.In questo caos cosmico, ecco però spuntare una scia luminosa. Un movimento spontaneo, pacifico quanto determinato che, con il frastuono del suo silenzio, del suo essere presente fisicamente e con la sola alzata di mano, per dire NOI CI SIAMO e rifiutiamo il sovranismo populista, ha sicuramente aperto un capitolo nuovo dove la stessa cittadinanza, lo stesso popolo, indica la strada alla politica stessa.Di Maio, con un tono quasi “paternalistico”, lo trova da “salvaguardare”, da difendere da chi potrebbe metterci sopra il cappello (politico).Forse non ha compreso che le SARDINE non sono estranee alla politica, anzi, stanno resuscitando il ruolo che questa dovrebbe avere. Hanno una collocazione precisa; rappresentano il rifiuto delle politiche sovraniste, delle forze che si impongono attraverso l’odio sociale e le oligarchie.Non sono subalterne e vogliono avere pari dignità. E questa è la splendida occasione per dargli questa dovuta DIGNITA’.Si è avverata come d’incanto la celebre massima “se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto”. Questa volta è la PARTECIPAZIONE, che si è generata spontaneamente, a ricordare che senza di ESSA non si sarebbe fatto un passo in avanti.Tutto vorremo fuoché dimostrarci cattivi profeti, ma qualcosa ci porta a dire che proprio grazie alle SARDINE, il noioso tira e molla adottato dallo stesso Movimento, alla fine non porterà acqua al mulino di una destra che potrebbe solo beneficiarne. Stiamo assistendo, fortunatamente, ad una presa di coscienza collettiva, che probabilmente si sostituirà ad un modo cervellotico e talvolta incomprensibile di fare politica. Nel segreto delle urne, ci sarà anche questa risposta.