TROPPO ALTO IL LIVELLO A VENEZIA, MA NON QUELLO DELL’ACQUA. QUELLO DEI PROBLEMI

TROPPO ALTO IL LIVELLO A VENEZIA, MA NON QUELLO DELL’ACQUA. QUELLO DEI PROBLEMI

Troppo alto il livello a Venezia! Ma non quello dell’acqua, quello dei problemi!Si trattasse solo, ahimè si fa per dire, di vicende di corruzione e di palude burocratica ad affliggere il Mose, per meglio dire Venezia, diremmo che siamo alle solite storie italiane, purtroppo invece pare ci siano anche problemi tecnici di portata non trascurabile, cioè gravi.Principalmente sono due le ombre che incombono sull’opera: la tenuta funzionale delle cerniere che consentono alle paratie di sollevarsi sopra il livello del mare e il possibile fenomeno di oscillazioni incontrollate delle stesse per risonanza meccanica. Infatti, alcuni esperti di opere marittime nonché importanti studi d’ingegneria ipotizzano errori nella progettazione e nella realizzazione dell’opera e tutto questo è stato già ampiamente riportato e denunciato dal Codacons, l’Espresso, Repubblica e La Nuova di Venezia e Mestre. In un paese che vanta eccellenze di studio nel campo dell’ingegneria e in generale delle materie tecnico-scientifiche è inconcepibile e inammissibile che si possano commettere errori nella realizzazione di un progetto strategico qual è il Mose, opera di vitale importanza per la sopravvivenza di un gioiello qual è la città di Venezia. Senza citare poi tutta una serie di soluzioni alternative proposte negli anni a questo super progetto dai costi infiniti.“Ora auguriamoci tutti che non sia vero e che alla fine queste benedette paratie funzionino alla grande fermando l’odiosa acqua alta che tanti disagi crea alla vita degli amici veneziani”. Questa frase, però, l’ho scritta senza tanta convinzione…un po’ alla Catalano o alla Troisi, come dire: speriamo che ce la caviamo!E pensare che la storia ci dice che l’acqua, i veneziani, l’hanno proprio voluta, tant’è che ai tempi della Serenissima, ma anche prima, l’acqua era vista come risorsa per i collegamenti commerciali con il resto del mondo ed anche per attività locali quali la pesca in laguna. Infatti, per evitare l’interramento di Venezia, dovuto al trasporto dei sedimenti portati dai fiumi che sfociavano nell’alto Adriatico, questi ultimi furono persino deviati e questo consentì alla laguna di rimanere tale per decine anzi centinaia di anni. Nel passato, per anni i veneziani hanno curato la laguna con grande passione e ingegno empirico, senza disporre di studi d’ingegneria o di architettura, ma semplicemente misurandosi con le forze della natura in modo rispettoso e consapevole. L’opera in pietra dei cosiddetti murazzi, posti a protezione del cordone lagunare dalla forza entrante del mare, dei quali ancora oggi rimane la testimonianza, costituisce una prova della volontà locale di sopravvivere in equilibrio con l’ambiente naturale.Poi arrivò l’insediamento industriale di Mestre con annesso il grande porto, la costruzione di grandi canali di accesso a Venezia e Mestre, il passaggio di mega navi da crociera per soddisfare il business del turismo e alla fine il Mose con tanti, troppi problemi al seguito, ma… funzionerà?..