19ENNE BULLIZZATO DA UN GRUPPO FACEBOOK PERCHÈ DOWN
In questa società fatta di apparenza, il diverso è sempre preso di mira, e poco importa se questo possa aver compiuto un gesto eroico. Il calderone del web continua a mietere vittime e pone in evidenza quanto i valori siano effimeri e vengano stravolti o vilipesi all’inverosimile. Questa volta è un gruppo di Facebook che trova divertente prendere di mira un giovane ragazzo di 19 anni, che due anni fa aveva salvato dalle onde, una bambina che rischiava di affogare. Per il suo gesto è stato premiato anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.È il padre a denunciare e a chiedersi: “Perché lo odiano?”L’odio, solo perchè è diverso. Valerio Catoia soffre della sindrome di Down. Il padre di Valerio non riesce a darsi una risposta dopo che è apparso su Facebook questo gruppo che inneggia all’odio verso chi per loro è uno scarto della società, quando invece questi pseudouomini, ominicchi, con i loro commenti descrivono un loro down cerebrale. Un Down che si chiama ignoranza, insofferenza verso chi è sicuramente migliore di loro.Valerio Catoia oggi è un 19enne, due anni fa salvò nel mare di Sabaudia una bambina di 10 anni che rischiava di annegare. Lui non ci pensò due volte si buttò in mare e da esperto nuotatore, inoltre è un atleta paralimpico, anticipò i bagnini e salvo la bambina. Valerio ha avuto il riconoscimento anche dal presidente Mattarella, che l’ha insignito del titolo di Alfiere d’Italia, Francesco Totti gli ha donato la sua maglia, la sua storia è comparsa in un libro intitolato I rompiscatole. Sarà per la fama, Valerio è diventato a suo modo un personaggio. E forse questa notorietà a qualcuno ha dato fastidio… Una notorietà non concessa ad un ragazzo Down, forse per questi reietti è parsa addirittura eccessiva, fino ad esprimere livore e odio. Il padre di Valerio ha cercato di capire e ha contattato i due amministratori del gruppo social che si scaglia contro suo figlio: E per riconoscere meglio questi leoni da tastiera, sono un commercialista e un esperto di arti marziali. Ma non si sono preoccupati di fare le dovute scuse, anzi, hanno insultato pure lui. Ecco che è partita la denuncia alla Procura. Ma la domanda rimane: “Perché lo odiano?” La risposta ha provato a darla Fulvio Scaparro, docente di psicologia e psicopedagogia: “Questi sfoghi di rabbia, biliosi e a volte anche violenti, sono preoccupanti. Ormai sono diffusi ovunque a tutti i livelli e in ogni occasione. Non dobbiamo pensare che “si tratta solo di parole”, diffondono indifferenza per qualunque diversità, di ogni genere, colore, sesso, condizione. Sta diventando un vero problema sociale”.Pensare che in fondo non sono mai mancate queste offese, ma se prima erano circoscritte in alcunj luoghi, oggi la Rete provoca un vero tam tam mediatico, fino a creare dei danni molto seri. Scaparro ha spiegato i motivi e cosa alimenta certe persone.La paura che il loro mondo fatto di apparenza e status simbol, possa vacillare e come sostiene Scaparro:“Se vivo di stereotipi e pregiudizi, i miei punti fermi vacillano quando c’è qualcuno che apertamente li mette in discussione. È insopportabile e non lo accetto”, e prosegue “Chi si alimenta di pseudocertezze, si costruisce una scala sociale in cui si pone al vertice e non vuole essere portato in basso da chi, con il suo semplice esempio, rischia di far crollare le sue false sicurezze”.Bisogna combattere certi atteggiamenti, e come afferma Scaparro”“È un’impresa epica, che deve partire dalla famiglia e dalla scuola, dagli esempi degli adulti. È importante parlarne, agire con il pensiero e la riflessione. Io temo tutti i fanatismi, alla base c’è sempre la paura di essere esclusi”.Per fortuna c’è chi da un senso alla vita, e lo fa mettendo al primo posto addirittura la vita di un’altra persona. Tra queste persone c’è un giovane 19enne, Valerio Catoia.
