E LORO MI VOLANO DENTRO
Mi è preso la voglia di dipingere delle sardine, non solamente dipingere. La sardina è abbastanza facile da riprodurre, lo testimoniano le mille e mille sardine di cartone che vengono sventolate ai raduni. Volevo dipingere e dire di loro, del loro dentro perché nel mio dentro si sono insidiate leggere e prepotenti.E ne ho dipinte 4, solo 4, non 40.000 come a Firenze. Grandi, però è con orientamento diverso nel foglio da disegno. Quella centrale è fatta di labirinti anche se ha un occhio come un sole.Si, labirinti inestricabili come quelli che siamo costretti a percorrere in questa deriva preoccupante del pensiero. Ma le Sardine hanno il filo di Arianna in mano e piano piano hanno cominciato a condurci fuori da questa palude oscurantista. Quella sopra è piena di “mandala”. Non come quelli orientali anche se sempre floreali, fiori più astratti, puntuti, irti, ma sempre fiori. Ancora scuri, ma forse per poco, la Sardina sembra ridere per un futuro migliore. Sopra ha una scacchiera, rotonda come il mondo. E la scacchiera è segno di lucidità nel ragionamento, concretezza di pensiero.Le altre due in basso hanno conquistato qualcosa rispetto alle prime. In una i labirinti stretti e diritti, si sono trasformati in percorsi, ancora tortuosi, ma più morbidi e tondeggianti e fra loro un volo di palloncini colorati come quelli dei bambini. E si sa dove vanno i palloncini, si sa che tendono senza remore all’azzurro. L’ultima è colorata come un arcobaleno con tessere che ricordano Mondrian, colori contro il buio.E intorno tutto è ancora in movimento: cieli azzurri pieni di nuvolette bianche e gabbiani, qualcuno ancora nero, ma anche cieli oscuri anche se trapunti di stelle, grandi lune e una terra che è sfiorata e sfiora le sardine.Si, loro mi volano e mi nuotano dentro.
