IL DRAMMA DELL’EX ILVA DI TARANTO E’ SIMBOLO DELLA MALA-POLITICA

In Puglia larisorsa maggiore, l’oliveto, è statadistrutta, o quasi, in una gran parte delSalentoper una malattia come laxylellache i governanti e qualche magistrato volevano curare con una specie di “modello Panzironi” applicato all’agricoltura. In Puglia lasinistraèsparitaperché se l’è presa un uomo gigantesco, fisicamente, pieno di vita, disinvolto comeMatteo Salvini, e cinico comeLuigi Di Maio, che haannichilito amicieavversarie ha ammorbato l’aria conalleanze politicamente torbideche sono il vero cancro dellademocrazia meridionale. Questo signore si chiamaMichele Emiliano. Simpatico è simpatico, ma sotto il suo regnoItalsiderexylellasono diventati undramma inaccettabile. Sono convinto che almeno sull’Italsider vi siano colpe anche di Vendola che comunque ora è fuori dalla politica. Emiliano è invece lì, pronto a chiedere unaltro mandatoper finire di sfasciare quello che è rimasto in piedi. Quando ho chiesto aNicola Zingarettidisciogliereil suopartitochiamandoforze nuoveper fondarne un altro, pensavo proprio a una azione che ci liberasse degli Emiliano, senza cacciarli ma solamente costringendoli a fare da soli. Il dramma pugliese è che adestrac’è addirittura peggio. È lo stessodramma emiliano-romagnolocon quellaimprobabile candidata leghistacontrapposta a undiligente funzionariodelPd. Tutti questi pensieri però si fermano di fronte al tema che sanguina.Tarantoè unacittà dimenticata, ma è stata una delle piùbelle e operosecittà del Paese. Per un lungo tratto è stata più importante di Bari, di Lecce, era unavera Capitale: ha avutooperai,classe media,eccellenze navali militari, addirittura ha due mari e infine ha creato anche un modo di cucinare il pesce che solo ora nel Salento copiano, appropriandosene. Taranto è una città che trova letracce della sua esistenzatalmente lontano nellastoriache solo per questo andrebberispettata. Taranto ha conosciuto ben prima delfenomeno Salvinie5 stellel’irruenza selvaticadi unpopulismostraccione che ha distrutto ogniconnessione cittadina. Taranto era la città delmovimento operaio pugliese, con i suoi dirigenti duri e spesso schematici ma vere rocce atutela del popolo.Taranto oggi è nelle mani di un gruppo di incapaci, locali e nazionali, delmovimento 5 stelleche vuole fare esperimenti su di lei. Ve lo ripeto: voi non sapete che cos’è Taranto per il Paese come vi siete dimenticati cos’eraGenovaper il Paese. Noi abbiamo il dovere didifenderele nostre città industriali, dobbiamo metterle al centro dell’attenzione nazionale, dobbiamo curare quelle popolazioni come figli preferiti. Ma è dalSud, da Taranto e da altri territori che devepartire la riscossa. Non bisogna spettarsi niente dal Nord per come è politicamente ora. Non bisogna aspettarsi niente da una classe dirigente indigena che non ha mantenuto un soloimpegno.Non possiamo assistere a unvoto meridionaleche rischia di andare ai nemici delMezzogiornoo in un non lontano futuro alleliste neo-borboniche. La mia speranza è che ci sia ancora qualcuno che abbia voglia di fare e che dopo Leogrande, sulla strada tracciata da lui, ci siano tanti giovani che prendano la suabandiera.