LIBANO. SI RIACCENDE LA PROTESTA DOPO IL DISCORSO DEL PRESIDENTE MICHEL AOUN

Si è riaccesa la protesta in queste ore a Beirut e in altre città del Paese, dopo il discorso e l’intervista del presidente Michel Aoun all’emittente Al Mayadeen andati in onda in serata, e che non sono piaciuti ai manifestanti, tornati quasi subito ad occupare alcune strade. A Khaldeh, nel frattempo, un membro del PsP di Walid Jumblatt è stato ucciso da un soldato. L’episodio ha scatenato ulteriore rabbia per le strade, visto che il video della (fase finale della) scena è finito subito sui social media, ed evidenzia inoltre un momento in cui l’uomo scappa non lontano dai soldati. Nel suo discorso il Capo di stato ha chiesto – con toni scarsamente empatici (euf.) e a tratti infastiditi – ai manifestanti di “tornare a casa”, non bloccare le strade e non comportarsi “in modo negativo, perché il negativo chiama negativo, e dobbiamo evitare conflitti tra noi libanesi”, alludendo poi anche alla (sua) “magnanimità”, per via della decisione di non usare la forza contro di essi tramite l’Esercito, “anche se avremmo potuto, perché il blocco delle strade viola il diritto della gente al trasporto sancito dalle convenzioni internazionali”; ha chiesto ai libanesi di “non accalcarsi agli sportelli Bancomat a ritirare, i vostri soldi sono al sicuro”, nei giorni in cui le banche non emettono più dollari e in molti casi è impossibile ritirare anche le lire libanesi; ha espresso la sua chiara preferenza per un governo misto di tecnici e politici (i manifestanti lo chiedono integralmente tecnico); ha messo in guardia dai rischi di una “catastrofe” se le cose dovessero andare avanti così. I manifestanti sono scesi in strada a Beirut e dintorni (Jisr el ring – centro di Beirut-, Cola – sulla strada per l’aeroporto, dove sono stati dati alle fiamme alcuni copertoni ed è partita una sassaiola verso un carro armato dell’Esercito, che è tuttora schierato e ha sgombrato a forza la strada -, Khaldeh, Choueifat, Zouk Mosbeh, Jal El dib), Saida, Tripoli e altre cittadine del paese. Il ministro dell’Istruzione Akram Chehayeb, che nel pomeriggio aveva ribadito che le scuole e le università sarebbero state riaperte domani, in serata ha fatto marcia indietro, annunciandone la chiusura. Anche la banche rimarranno chiuse, e molti ospedali venerdì accetteranno solo le emergenze per via di uno sciopero del personale. Nel frattempo sarebbe stato arrestato il soldato che ha sparato ed ucciso un uomo di fronte ai suoi famigliari a Khalde, conurbazione costiera a sud di Beirut. I video circolati sui social mostrano la parte finale del delitto, con l’uomo che si allontana per alcuni metri in macchina per poi fuggire a piedi, dopo aver lasciato l’uomo esanime a terra, tra i famigliari che urlano disperati e alcuni passanti che chiedono di prendere la targa. La vittima è Alaa Abou Fakhr, nientemeno che un membro del Consiglio municipale di Choueifat, eletto nelle liste del PSP di Walid Jumblatt. Stava manifestando con alcune persone, bloccando la strada dove voleva passare il soldato, e la sua pagina Facebook mostra un uomo genuinamente partecipe alle proteste di questi 26 giorni. Dai primi riscontri era subito emerso che la targa della jeep grigia su cui viaggiava il soldato risultava registrata presso l’Esercito libanese, e nelle prime ore della notte le LAF hanno dichiarato di averlo arrestato. Sui social stanno girando appelli a bloccare le strade per “celebrare” in questo modo la morte di Abu Fakhr. Altri invitano a dirigersi verso il palazzo presidenziale di Baabda, nelle vicinanze del quake alcuni si sarebbero già accampati. L’aria suggerisce che quella di domani non sarà una giornata ordinaria