NUOVE SUL CALIFFO UCCISO

NUOVE SUL CALIFFO UCCISO

Al Baghdadi era ossessionato dalla sicurezza, osservava un «silenzio radio» nelle comunicazioni, non ammetteva telefonini o altri oggetti durante gli incontri. Così è stato sempre raccontato. Eppure — se le rivelazioni della tv araba al Aan sono fondate — nel suo nascondiglio di Barisha aveva una connessione Internet attiva.La giornalista Jenan Moussa ha ottenuto documenti che forniscono aspetti precisi. Il proprietario della casa, Abu Mohammed Al-Halabi, aveva sottoscritto un contratto fin dal febbraio 2019 pagando un abbonamento mensile equivalente a 8 dollari. Il fornitore del servizio era basato nella cittadina di Idlib e garantiva la copertura con un sistema di antenne paraboliche.Secondo le informazioni ottenute dall’emittente l’account Internet era a nome di «Mhrab» (significa combattente ma anche pulpito) e chi lo utilizzava ha scaricato diversi file. Non è tuttavia certo che fosse lo stesso Califfo a mettersi alla tastiera del computer, magari era al Halabi. Resta che esisteva un legame «elettronico» con l’esterno. Dall’indagine svolta dalla reporter risulta che qualcuno si è connesso al web fino 12 ore prima dell’assalto delle forze speciali americane. Il 26 ottobre l’utente è «entrato» almeno sette volte per un totale di circa un’ora e mezzo. Dopo il blitz il Pentagono ha sostenuto di aver sequestrato dei portatili e materiale digitale, insieme a carte ritenuti utili per future operazioni. Sempre in base alle ricostruzioni ufficiose gli americani sarebbero arrivati all’ultimo rifugio nella località siriana grazie all’arresto di un corriere — usato dal leader per passare ordini — e alle tracce fornite sia dai curdi siriani che dagli iracheni.Il link con Internet ha aperto un piccolo varco nello scudo di difesa del Califfo? Per ora non abbiamo la risposta e forse non l’avremo mai. Le intelligence cercano di proteggere i loro segreti, diffondono versioni per coprire fonti. Sarebbe strano se non lo avessero fatto anche in questo caso.Da Corriere. it