POVERO GARY HART: “THE FRONT RUNNER” SU SKY. BELLO (IN SALA È STATO UN FLOP)

POVERO GARY HART: UNA SCAPPATELLA GLI COSTÒ LA CASA BIANCA“THE FRONT RUNNER” SU SKY. BELLO (IN SALA È STATO UN FLOP)Curioso. Passa in tv su Sky “The Front Runner – Il vizio del potere” e scopri, curiosando un po’ in rete, che quando è uscito nelle sale italiane, il 21 febbraio di questo stesso anno, ha incassato appena 67 mila euro. Un disastro. Possibile? Possibile. Eppure è un film diretto da Jason Reitman, l’ottimo regista di “Juno”, “Tra le nuvole” e “Young Adult”, interpretato da bravi attori come Hugh Jackman, Vera Farmiga, J.K. Simmons, Sara Paxton.Magari era la tv la sua destinazione naturale, vai a sapere; oppure è la storia che rievoca a non aver interessato neanche un po’ il pubblico nostrano (pure quello statunitense in verità). Trattasi della relazione extraconiugale con la giovane Donna Rice che costò al senatore democratico Gary Hart, nel maggio 1987, la probabile presidenza degli Stati Uniti.Favorito nella competizione col compagno di partito Mario Cuomo in vista della sfida dell’anno successivo contro il repubblicano George Bush senior, il brillante politico del Kansas, bello, dai folti capelli fonati, dalla voce carismatica, esperto in politica internazionale, fu fregato nel giro di una notte da due reporter del “Miami Herald” volati fino a New York per scoprire se quella modella neanche trentenne, brava nel vendere farmaci e per nulla “oca giuliva”, avrebbe incontrato davvero il possibile candidato alla Casa Bianca rimorchiato in Florida.Il film, basato su un libro-inchiesta di Matt Bai, a me pare bello: restituisce l’aria del tempo, i meccanismi delle campagne elettorali, quel mix di spettacolo e politica che presiede all’elezione di un presidente americano, le dinamiche e il cinismo dello staff, soprattutto le logiche di un giornalismo che andava trasformandosi a colpi di “gossip”. Perfino il severo “The Washington Post”, preso di contropiede, fu costretto a seguire la scappatella sessuale, per non restare indietro nella considerazione dei lettori o apparire pomposamente ipocrita.Qualche anno più tardi Bill Clinton, da presidente, sarebbe sopravvissuto al sex-affair con Monica Lewinsky; il meno audace ma certamente adultero Gary Hart, oggi 82enne, invece capì che non era aria e diede forfeit prima che i mass-media divorassero la sua vita. Ritornò a vivere in Colorado con la moglie Lee e avrebbe appoggiato la campagna elettorale di Barak Obama una ventina di anni dopo; mentre Donna Rice, oggi Donna Rice Hugh, diventò scrittrice e produttrice, oltre che Ceo dell’organizzazione “Enough is Enough”. Ha incontrato papa Francesco e naturalmente sostiene Trump.Nelle due fotografie: Hugh Jackman nel film e il vero Gary Hart.