INTERROGATORIO SONDLAND. TRUMP AL TAPPETO. MA LUI SOSTIENE CHE E’ TUTTO OK

Lingua inglese: uno strumento di grande efficacia nel prendere per il sedere chi la legge. Facendo magari affidamento su quel disgraziato chiamato a tradurla. Che l’ha studiata per vent’anni senza riuscire a districarsi nei labirinti delle sue approssimazioni. Ragion per cui una testimonianza che alle persone normali parrebbe un autentico knock down, dal quale difficilmente Trump si potrà rialzare, può essere fatta passare come un successo per The Donald e per il suo staff. Tanto da dichiarare che si sentono scagionati da accuse che implicherebbero la messa in stato d’accusa del presidente. Gordon Sondland, ambasciatore Usa presso la Ue, dichiara sotto interrogatorio che secondo lui Trump, ma anche il suo staff, personaggi assai poco frou frou come Pence, il suo vice, avevano tutta l’intenzione di premere sul premier ucraino Zelensky per realizzare l’infame scambio. Tu mi incastri il figlio del candidato dem, Biden, e io ti sblocco gli aiuti all’Ucraina. Sondland si sofferma pure, pare divertito, sul fatto che l’idea non fosse parsa geniale né a lui né ad altri dello staff, ma che avevano abbozzato per evitare guai peggiori. Tutto chiaro? Buonanotte Donald e a mai più rivederci? The Donald e & non ci stanno. Vanno quindi a scovare in tutta la deposizione una frase che possa essere interpretata in senso contrario. Alla domanda “Trump non gli ha mai detto che un incontro alla Casa Bianca o gli aiuti all’Ucraina erano legati a una dichiarazione pubblica da parte ucraina?” la risposta è “no”…..e alla Casa Bianca scorre lo champagne. Sarà pure vero che Donald non ha mai pronunciato alla lettera la frase virgolettata nei termini sopra esposti. Ma anche un bambino, ascoltando per intero la deposizione di Sondland avrebbe “subodorato” che l’intenzione di The Donald e compagnia cantante fosse proprio quella, solo quella e nient’altro che quella: definire il classico do ut des con uno Zelensky posto sotto ricatto. Ma il nostro neppure indulge alla virtù del dubbio. Per lui è così. Se non sei d’accordo è caccia alle streghe. E alla caccia alle streghe bisogna reagire subito. “NOW” dice Trump, che in queste cose ha il pregio della chiarezza. Altri pregi difficile trovargliene.