RAPPORTO CENSIS: ITALIANI ANSIOSI, DOMINA L’INCERTEZZA
Rapporto Censis: italiani ansiosi, domina l’incertezza Estremamente preoccupante marealistica l’istantanea scattata dal Censis nel Rapporto presentato oggi.Quei dati, quelle percentuali scritte nero su bianco ci danno la conferma di quanto percepiamo quotidianamente. Di quello che siamo e stiamo diventando. Un popolo di ansiosi,di insicuri e schiavi dello smartphone.Diventato, nostro malgrado, il primo e ultimo pensiero della giornata per molti, troppi di noi. Un popolo deluso dalle istituzioni, sempre più diffidente del prossimo esempre più distante dalla politica. Non si reca più alle urne quasi il 30% degli aventi diritto. Una percentuale elevatissima, mai così prima d’ora. E come se già non fosse abbastanza,il 48%, ovvero una persona su due è affascinata ‘dall’uomo forte’ al comando, che non debba preoccuparsi né del Parlamento né delle elezioni.Dati che fanno riflettere. Che sconcertano. Preoccupano. A farla da padrone è l’incertezza.Del presente ma ancor più del futuro.La mancanza di lavoro spinge sempre più i giovani a valicare i confini in cerca di nuove prospettive.Soprattutto al Sud dove la crisi economica morde più forte che altrove. Tanti i piccoli borghi a rischio spopolamento nelle regioni più provate come Sardegna, Basilicata, Calabria. Preoccupa il fenomeno delle culle vuote,sottolinea il Rapporto, più che un declino demografico è un vero e proprio‘tsunami’.Fenomeno che ancora una volta penalizza più il Sud che il Nord. Complicato mettere su famiglia quando il lavoro è una chimera e i servizi per l’infanzia sono un optional ma per chi se li può permettere.A farne le spese il sogno di genitorialità. Che viene rimandato a data da destinarsi. Stressati, delusi estremamente ansiosi. E anche incattiviti. E diffidenti.Ben il 75% non si fida del prossimo,anzi vede nell’altro un potenziale nemico. Rancorosi. Intolleranti. Arrabbiati. Sfiduciati.La scuola da tempo ha perso la funzione di ascensore sociale che l’ha caratterizzata nei decenni precedenti.La famiglia, con tutti i suoi pregi e difetti,continua a fungere da salvagente economico/sociale.
