VANESSA E GLI AVVOLTOI

Si aggirano come fanno gli avvoltoi quando cercano una carcassa da“sgranocchiare”. Volano basso, come spesso sono loro, bassi nel senso di“persone”piccole, che non riescono a procurarsi il cibo, ma si sfamano con gli scarti altrui. Questo sarebbe di per sé già sufficiente per farci capire chi siano in realtà questi soggetti“zelanti”con cui spesso ci ritroviamo ad avere a che fare. Nasce così la gara all’offesa, sperando nella resa, credendo che sia sufficiente infierire sulle vite altrui per ritenersi grandi“uomini”o grandi“donne”. Fortunatamente, non è così, non tutti vivono di sole cattiverie gratuite o gelosie ingiustificate. Una volta individuata la carcassa, gli avvoltoi vi si avventano sopra, senza pudore, senza ritegno, sfoderando“beccate malefiche”di maldicenze, di cattiveria, di parole pesanti che diventano gergo volgare e schifoso. Becchi che affondano nella carne di vittime già abbattute da sferzanti giudizi e pregiudizi a cui viene asportata con avidità anche quel poco di carne rimasta. A volte questi avvoltoi hanno una vita che fa acqua da tutte le parti. Altre volte vivono di frustrazione e insoddisfazione personale. Altre ancora sono avviluppate a giorni colmi di noia e solitudine. Così, incuranti dei venti, incuranti del loro discutibile piumaggio, ma soprattutto per soffocare la realtà, per non guardare negli occhi la loro inadempienza, ricercano soddisfazione fiondandosi sulla vittima di turno, su quella vittima che si ritrovano bella e pronta. Il massimo dei risultati con il minimo degli sforzi. Una figata per l’avvoltoio.Ma siamo davvero sicuri che questa sia una figata?Guardiamo cosa accade in realtà: tutti sicuri di sé ma infiltrati nei meandri dell’etere, ben nascosti, che nessuno possa vedere davvero chi si cela dietro quelle parole. Una vita messa in mano ad un oggetto, non importa che sia un pc, un tablet oppure un cellulare, ciò che conta è che offra una platea di uditori attenti e numerosi, ma soprattutto che forniscano le attenzioni che probabilmente mancano nelle loro perfette vite. Anonimi, al sicuro, che non sono per nulla sicuri di sé. Anonimi che proprio perché feriti, non si preoccupano di ferire l’altro. Il regno dell’egoismo personale, che si trasforma in protagonismo, peccato sia il protagonismo del nulla. Sì perché sui social ognuno si preoccupa solo di sé, ed il like è solo un qualcosa di effimero, destinato ad essere dimenticato pochi istanti dopo averlo digitato. Avvoltoi che denigrano l’aspetto fisico altrui e vestono un corpo che porta i segni del tempo, delle gravidanze, della“pancetta”non desiderata, della perdita dei capelli o di quelle rughe che disegnano antiestetici solchi temuti e combattuti.Pur di far ammalare emotivamente gli altri si è disposti a tutto, ma: avete capito il tormento che riempie le vite di questi neri pennuti?Affondano becchi robusti negli avanzi, hanno aspetti discutibili, certo non da concorsi di bellezza. Non hanno buon gusto: dove cogliono, cogliono, non sono aggraziati per nulla e belli“satolli” provano a spiccare in volo, compiendo balzi che li riportano giù. Insomma: uno sfacelo. Inoltre agiscono in branco perché da soli, non valgono nulla. Le vittime le trovano sui social, le colpiscono alle spalle, non le abbandonano fino a che non le destabilizzano, ma i veri disadattati sono proprio loro. Accade alle persone“comuni”,accade a personaggi dello spettacolo. Li ricoprono di maldicenze, non gliene fanno passare una.Qualcuno come Mia Martini ha subito di tutto.Ritenuta“portatrice di iella”è stata portata all’esasperazione da questa situazione. Ha abbandonato il mondo della canzone per quindici lunghi anni prima di tornare sul palco.Una grande voce, rimpianta da molti, difesa da pochi.Abbandonata da registi noti, da produttori musicali, che hanno dato credito a maldicenze stupide così come chi le ha diffuse.Lasciata sola a decidere se vivere o morire, per chi? Per nessuno, perché questi avvoltoi, non esistono, dato che non sanno esistere.Oggi lo stesso trattamento lo riservano aVanessa Incontrada.Non le si perdona qualche chilo in più e non si guarda alla sua professionalità, alla sua versatilità a quello sguardo che buca lo schermo. Ed ecco che, come per magia, lo capiamo il motivo, già, lei arriva, proprio là dove gli avvoltoi non riescono ad arrivare. Conduttrice con Gigi D’Alessio del programma“20anni che siamo italiani”ieri sera ha regalato un monologo bellissimo sulla perfezione che non è di questa terra. Un monologo commovente, parole in cui senza timore si è regalata agli spettatori, in cui ha fatto comprendere ampiamente quanto non si possa piacere a tutti, quanto tutti gli attacchi subiti in questi anni abbiano in qualche modo, inciso sulla sua vita.Ha smesso di dar di conto, ed ha iniziato a stare meglio.Ha compreso il niente che sta dietro a quei“tutti”a cui non si va mai bene per come si è. Non sono mancati i commenti dopo il suo discorso. C’è stato chi le ha consigliato di abbandonare i social, chi ha apprezzato, chi non ha capito e mai lo farà.L’assurdo di questa cosa è che ci si debba sempre giustificare, che si debba sempre dare spiegazioni, del perché ci si ritrova con qualche chilo in più ad esempio, quando gli anonimi avvoltoi un aspetto così come il suo non lo avranno mai. Ciò che si deve capire è che importa contare per chi conta per noi. Che i pregiudizi e la cattiveria gratuita appartengono ai deboli, non a chi li riceve. Che non bisogna dare credito né tanto meno importanza a chi sceglie l’attacco per comunicare, poiché dietro a questo atteggiamento si cela (ed anche male), la mancanza di attenzione che chi li sferra vorrebbe ricevere. Mostrarsi invincibili quando si usano becchi appuntiti per distruggere non ha senso. Né avrebbe se si usassero quegli stessi becchi per costruire nidi di comprensione e amore. Forse è proprio l’amore ciò che manca a questi“virtuosi”soggetti.Forse nessuno ha insegnato loro come si fa ad amare. Forse quando cercavano comprensione ed ascolto non li hanno ricevuti, oppure hanno ricevuto attenzioni basate solo su beni materiali, quelli che non impegnano, che non portano via tempo, quelli che ti fanno apparire ma non ti insegnano ad essere.Bisogna educare i giovani, vero, ma andrebbero educati anche alcuni“adulti”.Bisogna non creare avvoltoi ma uomini e donne che non dimentichino mai di possedere sentimenti. Iniziate dal dire ai vostri figli che siete orgogliosi di loro, che li apprezzate, che li considerate.Iniziate da questo e fate si che il loro piumaggio sia sempre curato, che non abbiano becchi ma bocche che si esprimano correttamente, senza gracchiare per segnalare il loro arrivo. Non cresceteli per essere perfetti ma per essere uomini e donne sicuri di sé senza per questo distruggere gli altri.Non ambite alle perfezione ma adoperatevi affinché possiate avere figli felici, non imperfetti avvoltoi.