LUCE STACCATA, 4BIMBI AL FREDDO E AL BUIO. BENEFATTORE PAGA BOLLETTA

LUCE STACCATA, 4BIMBI AL FREDDO E AL BUIO. BENEFATTORE PAGA BOLLETTA

Ci sono notizie che leggiamo per curiosità, altre che ci rendono osservatori attenti per un tempo breve. Ma poi ci sono notizie in cui ci imbattiamo che non ci scivolano addosso ma lasciano impronte sull’anima che non dimenticheremo facilmente. Una di queste è quella che riguarda un uomo, disoccupato, padre di quattro figli che si reca negli uffici della società Centro Veneto Energie nella mattina di sabato 7 Dicembre. Lo fa perché al suo risveglio, trova la casa fredda, senza luce né gas.Lo fa perché è padre di quattro figli che di scaldarsi hanno bisogno, lo fa perché vuole cercare di comprendere cosa stia accadendo alla sua famiglia ed a lui. Si mette in coda, attende che la fila avanzi, fino a che non arriva il suo turno. Siamo a Conselve, in provincia di Padova, in una mattina come tante altre che però per questo uomo non può essere definita così. Giunto davanti allo sportello chiede all’impiegato di effettuare una verifica circa la sua situazione. L’impiegato provvede ed emerge che l’utenza aveva accumulato un arretrato e che il blocco della fornitura è scattato proprio perché le ultime bollette non erano state pagate. Immediatamente l’uomo si è posto una domanda :“Ho quattro bambini, come faccio ora”?e rivolgendosi all’impiegato chiede se il pagamento può essere effettuato ratealmente. L’impiegato, in modo gentile ma inflessibile, gli comunica che a causa dell’insolvenza troppo lunga non è possibile acconsentire al pagamento suddiviso in rate. L’uomo a quel punto è disperato, scoppia in lacrime e si allontana dall’ufficio con un senso di frustrazione e di tristezza che lo devastano. Alle spalle di quest’uomo vi è un’ altro uomo che ha assistito alla scena e che non è riuscito a fare a meno di lasciarsi coinvolgere da quanto ascoltato. In modo discreto chiede all’impiegato a quanto ammontasse la cifra del debito accumulato.L’impiegato risponde: “sono quasi 600 euro”.Senza esitare il benefattore risponde«Saldo io, però aspettate a comunicarglielo, perché voglio restare anonimo e non voglio che colleghi l’operazione alla mia persona. Però voi fate in modo che possa riavere subito luce e gas».Ecco che quella casa al buio ed al freddo ora non spaventerà più né il capofamiglia e neanche i suoi figli che potranno tornare a scaldarsi e a vedere le loro camerette illuminate, così come ogni persona merita che sia.Ecco che due perfetti sconosciuti, non sono più tali e la sofferenza dell’uno diventa lo sprone per intervenire dell’altro.Ecco che diventa importante l’empatia, il coinvolgimento, la solidarietàdi gesti che danno un po’ di tregua a chi vuole pagare, adempiere ai suoi doveri di cittadino, ma a causa della crisi, della perdita del lavoro, dell’indifferenza altrui, si ritrova ad essere schiacciato e dimenticato negli angoli remoti dell’umanità che troppe volte scarseggia. Sono gesti importanti questi, che vanno a tappare falle di cui nessuno si occupa, che mettono in condizione di ulteriore disperazione chi non ha troppi motivi per stare“allegro”e pensare all’imminente arrivo del Natale. Gesti come questo si dovrebbero verificare più spesso, gesti come questo regalano il calore della speranza nonostante fuori ci sia freddo e nevichi.Ci sono notizie che scivolano addosso, ci sono storie di vita che meritano attenzione e soluzioni, ci sono persone indifferenti ma anche persone dal cuore grande,che in modo anonimo riescono a regalare quel sorriso di speranza a cui dobbiamo aggrapparci molto forte per non dimenticare quanto tutti noi, potremmo fare per riscaldare il cuore di chi con dignità cerca di mandare avanti un’esistenza resa triste da chi non ha esitato un solo istante nel privare del lavoro chi con quel lavoro vive. Sono gesti che dovrebbero scaturire spontaneamente ed invece di suscitare stupore perché alla generosità non siamo più abituati, dovrebbero diventare esempio costruttivo e fattibile per chi con poco riesce a donare molto.Quel molto che manca a troppi e che vede i“fortunati”rinchiusi nelle gabbie del loro egoismo, spettatori senza anima che guardano senza vedere e senza capire che in alcune“scomode”situazioni ci si ritrova, che non dipendono da chi le vive, che spesso generano morte quando non si è sufficientemente forti per affrontarle. Piccoli gesti possono donare e rappresentare un’altra possibilità per chi si crede finito, intanto che chi ha tutto non apprezza e non sa usare al meglio ciò che ha. Ma questa è un’altra storia, che profuma poco di buono e che richiede una narrazione particolare, perché i“comodi distratti”fanno fatica ad ascoltare…Gesti che danno voce al silenzio degli ultimi e vanno ascoltati