DUE STORIE CHE DONANO SPERANZA AL MONDO
Per qualcuno la“solita”cronaca buonista, quella da libro cuore, quella che diventa “stucchevole”,quella che arriva da chi crede ancora che le cose possano cambiare, che si crogiola nell’illusione. Per altri invece, spunto di riflessione. Altri ancora leggono con il disincanto nel cuore, e poi ci sono io: che non mi arrendo all’idea di una umanità finita, velocemente, nello spazio dello sbattere di ciglia. Esistono uomini che non piegano la testa, che si rendono conto del vuoto empatico che li circonda e quel vuoto fanno di tutto per riempirlo, per ridare speranza, per colmare attimi infiniti di smarrimento.Due storie, che si intrecciano, che accadono a molta distanza chilometrica tra loro, ma che contengono una unica conclusione. Due uomini che non ci sono stati al solo sentir parlare, che hanno deciso di fare.Due situazioni apparentemente differenti ma accumunate dal sentire dell’anima, e per questa cosa non esistono confini, nazioni, età, religioni. La prima è la storia di si stia indebitando, non demorde e manda avanti il chiaro messaggio che esiste ancora la speranza di poter realizzare un mondo più buono in cui nessuno sia costretto a ritrovarsi a vivere in situazioni di abbandono e degrado soprattutto in un’epoca come questa in cui si eccelle per idee ed applicazioni varie ma si scarseggia in empatia e solidarietà. La seconda storia invece riguarda il nostro paese. Anche questo un atto di amore e di generosità che coinvolge molte persone, da troppo tempo trascurate e meritevoli invece di attenzioni. Tutto accade ad Ischia in collaborazione con l’associazione onlus“Catena Alimentare Nunzia Mattera”.A portare avanti l’iniziativa è Luigi D’Aniello, professione: parrucchiere. L’iniziativa consiste nell’aprire ai clienti il suo negozio, nella giornata del lunedì, quando notoriamente i parrucchieri restano chiusi.La clientela? Composta da una novantina di famiglie che vivono una situazione economica difficile, figuriamoci se si mettono a pensare al parrucchiere. Una clientela multietnica che nell’attesa delle cure di Luigi, può conversare, mangiare qualche dolcetto, nonché ricordarsi di essere ancora persone degne di cura e di migliorare la propria autostima.Tagli, colori, pieghe permettono a queste persone di sentirsi ancora gradevoli ma soprattutto hanno fatto riscoprire loro la bella sensazione che si avverte ogni qualvolta si ricevono attenzioni. Una sensazione ormai persa nel corso del tempo. Qualcosa che può apparire come un bisogno non primario certo, ma che diventa importante quando tutto sembra riservare solo preoccupazioni e ricerca di metodi di sopravvivenza differenti. Il tutto avviene a costo zero.La ricompensa per Luigi, ( che si è reso disponibile insieme al suo staff, per migliorare l’aspetto e regalare qualche minuto di serenità anche agli anziani ospiti di una casa di cura),consiste nei sorrisi che si ricevono in cambio, in quella luce che si può vedere negli sguardi di queste persone che pensavano di essere state dimenticate ed alle quali viene concessa un’opportunità per distogliersi per qualche ora da quella situazione difficile in cui, si sono ritrovati . Due storie di generosità, di speranza, di attenzione per l’altro che hanno in comune la sensibilità, la disponibilità, la volontà di non arrendersi ad un contesto sociale in cui chi viene penalizzato, pare perdere ogni diritto.Tante famiglie inascoltate, tante situazioni che attraverso lo sforzo ed il grande cuore di chi queste azioni le compie, trasmettendo positività, oltre che fornendo esempi, dando la conferma che possono essere seguiti. Ognuno a modo suo, ognuno con i propri tempi e i suoi spazi, lancia un sasso nel mare dell’indifferenza che è diventata realmente il male del secolo. La società ha bisogno di aiuto, di speranza, di segnali forti che possano donare il sorriso a chi lo ha perso ormai da tempo. Una società dell’empatia diventa qualcosa a cui ambire, anche perché chi dovrebbe occuparsi di situazioni pesanti, arriva quando è troppo tardi, quando i disperati compiono gesti disperati, quando la diffidenza e l’incanto si sono trasformati in sfiducia e disincanto, e questo è qualcosa che non dovrebbe accadere: mai. Le persone stanno capendo che è meglio aiutare per essere aiutati, che è meglio non voltarsi dall’altra parte perché tutti viviamo su un mondo perennemente in equilibrio, su un filo che non ha più logica ma è diventato odio, non accettazione, senso di superiorità ingiustificato, falsità travestito da cortesia, ricerca dell’effimero quando sono le cose concrete ed utili a mancare sempre più. Non si accettano scuse poiché tutti abbiamo qualche attimo libero per poterci rendere partecipi di un cambiamento che farà bene ai bambini di oggi che diventeranno uomini e donne di domani.Tutti abbiamo manualità, suggerimenti, idee che a costo zero potrebbero dare conforto a chi di questo ha realmente bisogno. Tutti abbiamo abiti che non indossiamo più, che ingombrano cassetti nella speranza di essere presi in considerazione. Tutti possiamo diventare portatori di serenità e di speranza che possono sembrare banali ma sono risolutori in situazioni in cui diventa rilevante la loro presenza.Ed intanto che il tempo corre, che si avvicina Natale, quando tutti hanno la sensazione che i giorni diventano quasi magici, ed il freddo fuori incombe, ci sono Babbo Natali anonimi, che trasportano sacchi colmi di indumenti utili e preziosi per chi sta al freddo, e li portano laddove gli sguardi di molti si posano per un nano secondo per poi tornare a vedere ciò che fa più comodo venga visto.Lo possiamo comprendere, ma non giustificare, perché è in quegli sguardi di sofferenza che facciamo i conti con la miseria umana in cui siamo sprofondati e questo si sa, diventa pesante da vedere, meglio continuare a guardare…
