CORAGGIO GRETA, A MADRID E’ STATO UN FALLIMENTO PERCHE’ COSI’ VA IL MONDO
secondo me sei pure troppo brava a far funzionare i tuoi freni inibitori. Come è possibile, nei tuoi panni, non sentirsi presa in giro. Prima ti fanno fare un poco di passerella, come dire che se ti accolgono a braccia aperte allora sono tutti paladini dell’ambiente, poi, appena sei scesa dal palco iniziano con i distinguo e va a finire che una Conferenza mondiale dell’Onu (Cop 25) che doveva stabilire vincoli fondamentali a tutela del clima presente e di quello prossimo venturo, finisce col non tirare fuori un ragno da un buco. Così va il mondo. Credo tu l’avessi già intuito, ma sbatterci contro la faccia, quando si hanno solo sedici anni deve proprio far rivoltare lo stomaco. Tutti uniti, sia pure con diverse colpe, alibi e ragioni, coloro che ci dovevano dare qualche speranza. Nessun impegno concreto e univoco sui limiti alla produzione di energia mediante combustibile fossile e la certezza che col carbone che circolerà nell’aria le cose, almeno nell’immediato, tenderanno a peggiorare. Si impegnano a ridurre le emissioni di gas serra, per il prossimo anno. Vatti a fidare, con l’aria che tira. Ma su molte questioni non è successo nulla. Si continua a ballare, sul Titanic-Pianeta terra che affonda. Scontro irrisolto sul commercio delle quote di carbonio. Ancora un anno per temporeggiare prima di quello che secondo molti potrebbe essere il punto di non ritorno. Greenpeace ha parlato chiaro. Hanno prevalso “gli interessi delle compagnie dei combustibili fossili e di quelle imprese che vedono in un accordo multilaterale contro l’emergenza climatica una minaccia per i loro margini di profitto”. Sul banco degli accusati i paesi più inquinanti: Stati Uniti, Cina, India, Giappone, Brasile, Arabia Saudita. Con atteggiamenti e precedenti diversi. Trump si appoggia ai negazionisti. Bolsonaro ritiene che la foresta amazzonica sia roba solamente sua. I cinesi fanno capire che loro di scelte eambientaliste ne avevano già praticate, ma coi tempi che corrono alle attività che hanno a che fare col carbone non possono rinunciare. Risuonano le parole della Thatcher. Guai per l’ambiente se tutti i cinesi avessero un frigorifero. Noi già lo abbiamo e col piffero che ci rinunciamo (la seconda parte a dire il vero non l’ha mai pronunciata, ma a buon intenditor…) Questioni di consenso che per i governanti significa soddisfare gli elettori per i prossimi cinque anni. Dopo di che saranno cavoli dei nuovi eletti. Lo so Greta, la tua generazione ha la speranza di vivere più a lungo di un mandato parlamentare, ma così va il mondo. Ma non sono solo i potenti a dimenticarsi di te. Anche i media non scherzano. Forse sei passata di moda. Una manifestazione di mezzo milione di persone in piazza a Madrid e pochi se ne sono accorti.Ci siamo già dimenticati che se la temperatura aumentasse di oltre un grado e mezzo il disastro climatico potrebbe assumere ritmi esponenziali. Abbiamo altre cose a cui pensare. Anche in Italia. Almeno secondo quegli opinion leader che scandiscono le priorità fra i temi cui dare spazio sui media. I media che ti hanno retrocesso di qualche pagina. In Italia come altrove, è il mercato della notizia che prevale. C’era bisogno di mostrare della gente in piazza. Così si sono trasformate alcune persone, molto brave coi flash mob, nei politici del futuro. Cosa importa se di politica non ne masticano molta e che, se passasse una loro proposta, la polizia avrebbe il diritto di manganellare i cortei dai quali uscisse qualche “vaffa” (a questo potrebbe portare l’equiparazione della violenza verbale a quella fisica)? L’importante è parlare delle sardine, perché tirano visualizzazioni e lettori. Che poi magari questi abbiano invece grandi meriti su altri versanti, come essersi impegnati per anni nell’organizzare un torneo di basket aperto anche ai disabili, che ha vitalizzato un quartiere periferico, si stabilisce che non interessa nessuno. Torniamo a te, Greta: hai detto che non ti arrendi, che hai appena iniziato. Ma la botta è stata pesante. Prendi fiato e riposati. Al risveglio potrebbe farti bene pensare che sia stato tutto un incubo.