FRANCIA, UN PAESE ALLO STREMO AL 13° GIORNO DI SCIOPERO CONTRO LA RIFORMA DELLE PENSIONI

FRANCIA, UN PAESE ALLO STREMO AL 13° GIORNO DI SCIOPERO CONTRO LA RIFORMA DELLE PENSIONI

Tredici giorni di proteste, cortei, manifestazioni che stanno mettendo letteralmente in ginocchio la Francia. Un Paese allo stremo.Autobus, tram, metropolitane e treni bloccati, uffici pubblici chiusio aperti con personale ridotto. Lungo le strade interminabili chilometri di code, alle stazioni file lunghissime di passeggeri in attesa. Un braccio di ferro duro. Nonostante la rassicurazione del premier Edouard Philippeche l’attuale età pensionabile dei 62 anni non si tocca.A non convincere i sindacati,che minacciano sciopero a oltranza,la proposta avanzata dal premiersulla nuova‘riforma previdenziale universale’. Riforma che oltre a fissare l’uscita dal lavoro a 64 anni (a partire dal 2017), per ottenere una pensione a tasso pieno, decreta inesorabilmente la fine degli ‘regimi pensionistici speciali’ vigenti. Sono oltre 200mila i manifestanti impegnati in oltre quaranta cortei in programma oggi in diverse città della Francia. Oltre90mila case sono rimaste senza luce,il blackout sarebbe stato causato da alcuni esponenti del sindacato Cgtche avrebbero manomesso la rete elettrica di Lione. Azione, che in seguito alla denuncia del gestore della rete, è stata successivamente rivendicata dalla stessa Cgt. Ieri, ad aggiungere ulteriore scompiglio,le dimissioni di Paul Delevoye, alto commissario del governo per le pensioni e artefice dell’odiata riforma. Ha dovuto lasciare, si legge nell’agenzia di stampa, per una vicenda di conflitto di interessi. L’appellolanciato qualche giorno fa dal responsabile delle ferrovieper una treguain prossimità delle festività natalizie, al momentoè rimasto inascoltato. Molte le aspettative per l’incontro di domani tra i sindacati e il primo ministro Philippe.La situazione è diventata insostenibile, dichiarano i cittadini, ormai logorati dallo sciopero e dal blocco dei trasporti.