LA STORIELLA DELLA CANNABIS LIGHT
Non sono di quelli che tutti impettiti dichiarano“Non mi sono mai fatto una canna in vita mia”, al contrario ogni volta che ne sento uno reprimo a stento uno spontaneo“Peggio per te”. Non che farsi una fumata sia chissà che, intendiamoci, ma se non si esagera gli effetti sull’umore e sulla socialità possono trasformare una serata grigia e noiosa in qualcosa di meglio. Detto ciò, vorrei spiegare ai profani che il concetto di “light” sta tra le dita di chi è preso la briga di rollare, ovvero di avvolgere la miscela di tabacco e marijuana in una di quelle stramaledette cartine che sembrano inventate per far perdere la pazienza.Più tabacco e meno erba, ed ecco fatta la cannabis light. Qualcuno invece dovrebbe spiegare a me cosa ci sarebbe di male se, da buon cittadino, decidessi di pagare la cannabis tre volte di più di quanto la pagherei ai giardinetti comprandola in un negozio autorizzato. Lo farei per il profondo piacere di non dare i miei 20 o 50 Euro alle organizzazioni criminali che col proibizionismo sostenuto dalle destre incassano miliardi, tutti in contanti ed esentasse. Ai genitori preoccupati per i loro figli adolescenti vorrei far notare che non sarà l’assenza dei negozi autorizzati a fermarli. Un amico o uno spacciatorello ben forniti si trovano con molta più facilità di un negozio e lo spacciatorello non mancherà di offrire al vostro pargoletto robaccia molto più pericolosa di quella specie di camomilla rinforzata che va sotto il nome di cannabis light. Dio ve ne scampi, ma se accadrà potrete a buon diritto ringraziare la Casellati e i pupazzi destrigni che l’hanno manovrata.
