KEN LOACH A ROMA PER “SORRY WE MISSED YOU” (DAL 2 GENNAIO)
KEN LOACH A ROMA PER “SORRY WE MISSED YOU” (DAL 2 GENNAIO)PER LUI CORBYN HA PERSO SOLO A CAUSA DELLA PROPAGANDA I giornalisti si alzano in piedi e applaudonoper alcuni minuti, quasi con tifo militante; Ken Koach, 83 anni, minuto nel fisico, la voce un po’ raffreddata, ringrazia visibilmente commosso, non si aspettava un benvenuto così caloroso. Il regista inglese è a Roma per presentare il suo nuovo film, il ventiseiesimo, che si chiama “Sorry We Missed You” e uscirà il 2 gennaio 2020 con Lucky Red, il giorno dopo di “Tolo Tolo” by Checco Zalone, ma non credo che siano concorrenti.Si poteva magari trovare un titolo italiano, o forse no: perché la frase, a suo modo emblematica, è stampata sul cartoncino che i corrieri per conto di Amazon e altre aziende lasciano quando non trovano il cliente. Appunto: “Ci dispiace di non averla trovata”.Una storia cruda e dolorosa, che riguarda una famiglia di Newcastle messa in ginocchio dalle logiche spietate, crudeli, del cosiddetto e-commerce, più in generale della “gig economy” basata sul lavoro accessorio, naturalmente all’insegno di uno sfruttamento bestiale. Ne parlerò ampiamente in prossimità dell’uscita, perché Ken Loach non delude (quasi) mai, e anche stavolta, sempre in coppia con lo sceneggiatore Paul Laverty, getta una luce su un fenomeno poco indagato dal cinema: la vita precaria, sempre sull’orlo della crisi di nervi, di chi si indebita per acquistare furgoni costosi e lavorare per ditte in franchise che richiedono fino a 14 ore di fatica al giorno, con rischi annessi e connessi.Sicuramente vedremo Loach a “Propaganda Live” su La7, venerdì prossimo, non fosse altro perché Diego Bianchi, un tempo “Zoro”, ha condotto, si fa per dire, la conferenza stampa odierna. Nel corso della quale, sia pure alla sua maniera elegante, quasi soave, il regista di “Io, Daniel Blake” e infiniti altri film sulla classe operaia & dintorni, ha ridetto cose terribili su Blair e sui “socialdemocratici di destra”, accusando entrambi di aver dato una mano per far vincere il conservatore Boris Johnson. Loach, un tempo trozkista, oggi gran sostenitore di Jeremy Corbin, ha sostenuto che il leader uscente dei Labour Party ha perso le recenti elezioni perché “è stato trasformato in personaggio impopolare da una propaganda intensa e avvelenata come mai”. E ancora: “Gli hanno dato del razzista, pure dell’amico dei terroristi” (in realtà sono stati ricordati alcuni accenti di sapore antisemita), solo per “bloccare il nuovo programma radicale della sinistra”. Insomma, Corbyn non avrebbe alcuna responsabilità nella sconfitta di qualche giorno fa, magari neanche dovrebbe dimettersi; se le cose sono andate così tutta colpa degli organi di stampa, inclusa la Bbc, che avrebbero ordito la demolizione sistematica del leader socialista. Loach è un artista unico, un uomo brillante e sensibile; ma francamente preferisco vedere i suoi film, così belli nell’intrecciare denuncia sociale e fattore umano, militanza politica e sguardo solidale, che sentirlo parlare nelle conferenze stampa.
