FUORI LA POLITICA DAL LIBERO MERCATO, SERVE PROTEZIONISMO

Che, detta così, implica uno spettro di interventi che variano dalla ricerca di base ai sussidi a imprese decotte.Perché tutto è in transizione, avrebbe convenuto Eraclito, allievo di Schumpeter. Servono quindi aiuti di Stato, detto in termini assai generali? Certo che sì, risponde convinto Patuanelli.Che prosegue identificando le ragioni dell’intervento pubblico nell’esempio fornito dalle due superpotenze: Quindi, vediamo:ci sono dei mercati regolati dalla concorrenza, circostanza che di suo sarebbe un merito ma non per Patuanelli, e l’idea che la mano pubblica non riesca ancora a manomettereliberamentequesti mercati appare intollerabile al nostro ministro post ideologico. Che infatti brandisce a mo’ di esempio i dazi americani, che non sono esattamente un modello da seguire, matranseat. Notate comunque che siamo in un calderone dove bolle di tutto, da ricerca e sviluppo a sussidi e dazi. Patuanelli difende la scelta di Huawei come partner 5Gcon argomentazioni che paiono fare letteralmente a cazzotti con quanto sostenuto sino a questo punto dell’intervista: Avete le vertigini? Vi capisco? Patuanelli si rivela un fantasista dal dribbling ubriacante:spazia del libero mercato all’intervento pubblico a mezzo sussidi e dazi, dando prova diuno stato confusionale un eclettismo che è quanto richiedono i tempi che viviamo. E del resto, tutto ciò è coerente con la filosofia pentastellata: né destra né sinistra, né mercato né pianificazione statale. Questo eclettismo implica quindi la possibilità e finanche l’auspicio dell’intervento pubblico.Sì ma dove, visto che siamo appesi ad uno spettro di intervento che (ripeto ancora una volta) spazia da ricerca di base e nuove tecnologie sino ad aziende diold economydecedute a loro insaputa? Alitalia settore strategico in crisi legata a contingenza?Si, perché Invece, come noto, oggi la politica intende definire solo le grandi direttrici di sviluppo strategico.Le rotte vengono solo quando c’è un fortunato acquirente da inchiodare con il martello della “continuità territoriale”, come noto. E quanto a Ilva, era redditizia: Non commento sul patrimonio dei Riva come indicatore dello stato di salute di Ilva: questa mi pare inferenza che si fa nelle miglioribusiness schooldi Caracas, ma chiederei a Patuanelli di verificare quanti casi di proprietà pubblica o mista nella siderurgia abbiamo in giro per l’Europa. Io devo essermi distratto un attimo. Oppure, si tratta di mostri che inquinano perché lo Stato non è presente. Però, aspetta: lo Stato era già a Taranto, si chiamavaItalsider, e non mi pare che in città si respirasse ambrosia. Boh. Comunque, settori strategici in crisi da contingenza e in transizione, è chiaro. E comunque, la mano pubblica serve: Poteva mancare la mitologicabloccèine l’internet delle cose sulla frontiera tecnologica?Ci metterei anche una spruzzata di intelligenza artificiale ed un’oliva di stupidità naturale, e poi lo Stato imprenditore può scendere in campo, magari avvalendosi di qualche prestigiosa consulenza del settore privato, che “cross-fertilizza”. Tutto al servizio di Ilva ed Alitalia, in caso. Ma anche diMercatone Uno,Embraco,Whirlpoole degli altri tavoli di crisi al ministero rettopro temporeda Patuanelli, che produce cassa integrazione in deroga come se non ci fosse un domani. Mentre attendiamo che il nostro uomo a Bruxelles, Paolo Gentiloni, riesca a scardinare norme sugli aiuti di stato e patto di stabilità(“a Gentilo’, facce Tarzan!“), la situazione di Alitalia resta quella di una flagrante e protratta violazione delle norme sugli aiuti di stato, sinora stranamente non sanzionata dalla Commissione Ue, forse per dare modo agli italiani di impiccarsi con la corda di propria scelta. “Sei mesi per salvarla o chiude”, ha ringhiato il ministro, per dar mostra di decisionismo. Ovviamente è una pietosa bugia:i concorrenti di Alitalia fingono di lamentarsi, la compagnia si porta all’inferno l’Italia senza danneggiarle più di tanto, e attendiamo la fine sgranocchiando popcorn. Quindi vedrete che, tra sei mesi, il ministro di turno al Mise (magari lo stesso Patuanelli), dirà che Alitalia non va chiusa perché col blockchain e la sbiriguda lo Stato imprenditore potrà rilanciarlapiù bella e più forte che pria. Fuori la politica dal mercato, serve protezionismo e sussidi. E non intendo mingere per l’antidoping, sia chiaro. Il marxismo è morto, il capitalismo barcolla, Giggino non molla. Avremo editoriali sul giornale di Confindustria che ci spiegheranno che è fondamentale avere un’economia mista(meglio se fritta), mentre il direttore del Corriere, prima di cimentarsi con la posta del cuore,denunceràche in Germania “si fa ma non si dice”. Bello avere una stampa che presidia la lattina, tra un calcio e l’altro. Avremo foto di Mariana Mazzucato affisse negli uffici pubblicimentre altri grillini per vocazione segnalano l’importanza del militare nella ricerca di base. Suoneremo la DARPA, in pratica. Diverremo un paese marziale, quindi, dopo essere stati per lungo tempo un inarrivabile modello di autolesionismo economico, oltre che di socialismo predatorio.