MOBILITATA LA CRUSCA DELLA CRITICA GIUDIZIARIA CONTRO GRATTERI

La Crusca della critica giudiziaria è mobilitata contro il Procuratore Gratteri per le sue esternazioni pubbliche. Come si sa, Gratteri ha lamentato la scarsa (a suo giudizio) attenzione che la stampa ha dedicato alla maxi operazione anti ‘Ndrangheta coordinata dalla Procura di Catanzaro. Ora, le uscite di Gratteri sono certamente discutibili, ma in giro è pieno di esagitati che gridano alla lesione dello Stato di Diritto e qui mi pare che si faccia pipì fuori dal vaso. Nelle parole di Gratteri mi sembra si possa leggere da un lato l’orgoglio per un buon lavoro compiuto (vedremo poi in sede di giudizio quanto l’impianto istruttorio reggerà) , dall’altro una denuncia che a me pare condivisibile e cioè che lo Stato potrebbe fare di più nel contrasto alla criminalità organizzata che divora il Paese, vera questione di salute pubblica nazionale. E infine, dal punto di vista puramente umano, l’inquietudine esistenziale di un uomo che rischia la pelle da decenni per fare il suo lavoro. Liberi tutti di criticare Gratteri . A me però viene anche in mente una considerazione elementare che mi sentirei di rivolgere agli accademici della Crusca giudiziaria e che suonerebbe un po’ così: “Ma vacce te a fare il Procuratore a Catanzaro, vacce te a vivere blindato per vent’anni, e poi se ne riparla”.