NON GIUDICHIAMO LA MAMMA CHE HA UCCISO IL SUO BAMBINO DI “COCCOLE”

DI CLAUDIA SABA“Erano le quattro di notte. Non smetteva di piangere. Mio marito dormiva, e io ho preso in braccio il nostro bambino. L’ho solo cullato per calmarlo. Non ricordo di averlo scosso. Poi ha smesso di piangere e l’ho rimesso a letto. In quel momento mi sono accorta che non respirava più”.È notte a Mestrino, quando una mamma di 29 anni scuote il suo bambino così violentemente da provocargli un’emorragia cerebrale e danni irreversibili alla corteccia.Le urla e poi, il dolore.Il bambino è stato dichiarato morto ieri.Per assenza di attività cerebrale, hanno detto i medici.Da quel sabato notte, dopo la corsa in ospedale, quella mamma non parla più.È sotto choc e non ricorda più nulla.In un solo attimo, una vita è svanita tra le sue mani.È così sottile quel filo che divide il bene dal male, che a volte fatichiamo a percepirlo.Sfugge al nostro controlloe accade, inevitabilmente, l’irreparabile.Anche in una famiglia perfetta.È bastato un attimo a distruggere quel piccolo soffio di vita.Siamo così fragili.E spesso lo dimentichiamo.Proprio nei momenti in cui, l’amore, la cura e l’empatia, diventano una priorità per una mamma, che “deve” mostrarsi forte ad ogni costo.Ma dopo le fatiche di un parto, può accadere che una donna piombi nel buio più profondo, che possa inciampare e poi cadere.È umano.Anche per una mamma.È disumano ciò che è accaduto a questo piccolo appena nato.Ma ancor più disumano è giudicare il dolore di una donna dopo aver dato luce alla vita.