SOMALIA E IRAQ LE STRAGI SI SALDANO, NASCONO LE MACRO-AREE DI CRISI

Un terribile attentato a Mogadiscio ha fatto quasi 80 morti, facendo intravedere la mano dei fondamentalisti “Shabab”. In Irak, invece, è stato ucciso un ‘contractor’ americano. Mercenari usati da Trump per non esporre direttamente le forze armate federali.È come se fosse la nuova dottrina delle relazioni internazionali: le aree di crisi si saldano e diventano “macro-aree”. Così lo scontro titanico tra il fondamentalismo islamico e il resto del mondo, a cominciare dall’Occidente, si sposta di volta in volta dal Medio Oriente all’Asia Centrale, per approdare nel Sahel e finire nel Corno d’Africa. Sabato mattina a Mogadiscio è andata in scena l’ecatombe. Un camion bomba guidato da un Kamikaze è scoppiato a un check-point della capitale somala facendo una strage. I morti sarebbero una ottantina e i feriti non si contano. Gli autori? Sicuramente gli “Shabab”, i jihadisti che avevano fatto voto di osservanza della legge del Califfo aderendo alla multinazionale del terrore messa in piedi dall’Isis. La filiale somala fa il paio con quella nigeriana di Boko Haram , un’altra spina nel fianco dell’Occidente che rischia di far saltare per aria il super gigante africano. Con conseguenze catastrofiche sui flussi migratori… CONTINUA SU REMOCONTRO: