40 ANNI FA, IL BARBARO ASSASSINIO DI PIERSANTI MATTARELLA

40 ANNI FA, IL BARBARO ASSASSINIO DI PIERSANTI MATTARELLA

Piersanti Mattarella, fu ucciso dalla mafia a Palermo, il 6 gennaio del 1980. Era il Presidente della Regione Sicilia e dopo 40 anni torniamo a ricordare il suo impegno, il senso dello Stato, il profondo rispetto nella funzione della politica come unico mezzo di confronto e crescita della comunità. Mattarella come altri servitori dello Stato fu ucciso barbaramente perché con la forza della ragione si contrappose alle forze oscure che sostengono le mafie. Bene ebbe a dire il Cardinale di Palermo, Pappalardo che nel corso di una sofferte e altissima Omelia funebre ebbe a celebrare il valore umano, di vero statista di Piersanti Mattarella: «La corale manifestazione di stima e di ammirazione che si è levata nei riguardi di quest’uomo sta a provare che era veramente un galantuomo: un uomo giusto e generoso come ha scritto il presidente Pertini […]. Mattarella è stato definito un uomo onesto, limpido, educato, di altissima levatura morale, al di sopra di ogni sospetto e merito di incondizionato elogio». Ci fu poi il grido del cardinale, quando ebbe a chiedere il perché fosse stato ucciso un uomo giusto: «È un interrogativo angoscioso al quale cercano di dare una risposta le febbrili indagini in corso, le valutazioni dei politici, i commenti della stampa e la stessa opinione pubblica scossa, in tutti i suoi strati, dal tremendo delitto. Una cosa sembra emergere sicura ed è l’impossibilità che il delitto sia attribuibile a sola matrice mafiosa: ci devono essere anche altre forze occulte, esterne agli ambienti, pur tanto agitati, della nostra isola. Palermo e la Sicilia non possono accettare o subire l’onta di essere l’ambiente in cui è maturato l’atroce assassinio». C’era in Piersanti Mattarella, nel riconoscere nella politica il più alto valore civile, il senso del servizio e al tempo stesso la consapevolezza di trovarsi di fronte, quotidianamente, ad una vera guerra ad altissimo livello contro la barbarie e la prevaricazione che fanno leva sulle miserie economiche ma anche su quelle culturali: “Nella classe dirigente non solo politica, ma pure economica e finanziaria, si affermano comportamenti individuali e collettivi che favoriscono la mafia. Bisogna intervenire per eliminare quanto a livello pubblico, attraverso intermediazioni e parassitismi, ha fatto e fa proliferare la mafia”, come appunto ebbe a dire proprio Mattarella in una sua celebre frase.