GLI USA (E ISRAELE) ELIMINANO UN PILASTRO DEI MODERATI
Provocazione a regola d’arte: Soleimani aveva esaurito il ruolo La mossa per costringere i radicali iraniani a scoprirsi Dunque il generale Soleimani apparteneva alla frangia moderata del regime iraniano, ha anche difeso Bagdad dall’Isis e garantito la sopravvivenza ai cristiani in Siria. Paradossalmente era diventato un interlocutore per tutti, dall’Europa alla Russia, perfino per gli americani stessi. Ora che è stato tolto di mezzo, a Teheran prevarranno nettamente le forze radicali, ossia le più islamizzate, le maggiori nemiche dell’Occidente e delle libertà, quelle che più contrappongono dignità umana alla religione.Ora si cerca tutti di capire il senso di un attacco simile, totalmente inaspettato e apparentemente immotivato. Soleimani ha sottovalutato l’aggressività di Trump e sovrastimato il sistema di protezione. Ma se era lui il grande stratega di Teheran per il Medio Oriente, c’è da chiedersi se a Teheran abbiano le idee chiare o meno, se c’è della confusione, dell’incapacità nel valutare realisticamente le forze in campo. E’ come se i generali Cadorna o Diaz si fossero esposti in prima linea senza capire che era la prima linea e fossero rimasti uccisi da un cecchino. L’Iran è comunque in un cul-de-sac, tutte le grida di guerra che si sentono non tengono conto del fatto che proprio Soleimani era il loro maggior stratega, il miglior generale in campo. Le probabili ritorsioni di Teheran rischiano di diventare unicamente un palliativo orgoglioso, anche perché il messaggio del Pentagono agli ayatollah è chiarissimo: non potete sentirvi al sicuro, prima o poi vi raggiungeremo e o vi uccideremo, o comunque vi cancelleremo. Trump ha dichiarato o condannato all’instabilità il regime. Punta sull’effetto Saddam. O sull’effetto Gheddafi: prima o poi cadrete, è il messaggio spettrale. E’ anche evidente che un uomo di mediazione come Soleimani non serviva più. Ha salvato i cristiani? Bene, grazie. Ha salvato Bagdad dall’Isis? Bene, grazie, adesso non serve più, anzi, era di ostacolo, d’intracio, d’impaccio anche perché restava nemico giurato di Israele e dell’Arabia Saudita, per di più con un suo prestigio, con la nomea (probabilmente falsa, costruita) del moderato. E’ questa sua ambiguità ad averlo portato alla tomba anzitempo, nel considerare Israele un nemico mortale, lo Stato con cui prima o poi fare i conti. Chi tocca Israele muore. L’Europa e la Russia lo seguivano benevoli perché cavava loro qualche ragno dal buco, ma il Mossad e il Pentagono non vedevano l’ora di farlo fuori. Loro vogliono che i radicali di Teheran mostrino quello di cui sono capaci. Vogliono che dispieghino la loro presunta forza “pazzesca”. L’eliminazione del generale è una provocazione a regola d’arte. Un’ultima nota. Sapete che Salvini e Meloni hanno espresso opinioni contrapposte sull’eliminazione di Soleimani. Legittimo. Quello che non capisco è perché continuino a rinfacciare al centrosinistra di essere divisi su tutto, quando loro stessi non sono uniti su niente. Solo che non se ne parla “non fa notizia”. Rob dei matt, si dice in milanes.Pss. Dopo le dichiarazioni della Meloni, Washington credo proprio abbia chiuso con lei e FdI.
