LA FENOMENOLOGIA DI CHECCO ZALONE. PIACE A TORINO COME A CALTANISETTA

LA FENOMENOLOGIA DI CHECCO ZALONE. PIACE A TORINO COME A CALTANISETTA

La fenomenologia di Checco Zalone – non vedo i suoi film perché mi mettono una tristezza feroce, come non ho mai visto i Fantozzi perché mi mettevano una tristezza feroce – è molto simile alla creatura/alter ego di Villaggio e mi sorprendo che finora qualcuno non l’abbia rilevato.Zalone, come Fantozzi, è cinico, “sporco”, e come Fantozzi è non immorale ma a-morale. Come Fantozzi è lo specchio della italianità 40 anni dopo Fantozzi, ma più o meno con gli stessi “bassi istinti” del parvenu nostrano che deve e vuole sopravvivere, del povero diavolo che si arrabatta come possibile con la piccola furbizia che fa ridere a scapito degli altri e di se stessi.Rispetto a Fantozzi/Villaggio, Zalone ha un incanto maggiore, un certo candore egoista che forse deriva dalla sua meridionalità. Fantozzi/Villaggio erano al contrario totalmente settentrionali anche se nel rancore sociale, nella cultura del sotterfugio, nel disprezzo di ogni autorità e di ogni elite (bramate però e quindi odiate perché irraggiungibili) rappresentavano al meglio il carattere nazionale da nord a sud, come del resto sono pienamente rappresentate da Zalone che infatti fa il pieno plebiscitario a Torino come a Caltanissetta.