SOLEIMANI, CHI ERA COSTUI?

Il 99,9% di noi compresi il ministro degli esteri, il capitone ed il sottoscritto fino a ieri non aveva la più pallida di chi fosse Quassem Soleimani. Quella stessa quasi-totalità di persone ci ha messo poche ore a posizionarsi, l’ironico avvertimento di Michael Moore a prepararsi ad odiare Soleimani è già superato.Detto fatto come avvenne 70 anni fa per Mao, 60 per Castro, 56 per Ho Chi Minh, 50 per Arafat, 30 per Gheddafi, 20 per Saddam, 17 per Milosevic e 10 per Chavez e Maduro. Le parole per indurci ad odiare chi infastidisce il potere planetario degli Stati Uniti sono sempre le stesse: dittatore, comunista, terrorista, assassino, guerra chimica, minaccia mondiale, spietato, pericoloso, potente, genocidio, pulizia etnica. Come polli di batteria siamo pronti ad ingoiare qualsiasi cosa senza saperne assolutamente nulla. Già abbiamo il nostro bel da fare con il papa manesco, Rula al festival e Zalone al cinema, mica vorrete farci perdere tempo con le distinzioni tra Sciiti e Sunniti, con i Guardiani della Rivoluzione o addirittura a controllare la posizione geografica del teatro di guerra prossimo venturo, vero? Gli sceriffi del mondo hanno messo il cartello “Wanted” su Soleimani dopo averlo assassinato, ma mica possiamo stare a spaccare il capello con i nostri salvatori, ecchecavolo.E se milioni di persone dovranno morire o fuggire, se il costo del petrolio raddoppierà, se siamo il primo bersaglio a disposizione di chiunque voglia vendicare chi in Medio Oriente era considerato un eroe a Trump che gliene fotte? A lui importa sfuggire all’impeachment, preparare la campagna elettorale per essere rieletto e incassare il plauso di armieri e guerrafondai a stelle e strisce.