DROGA A MILANO: LO SPACCIO SI FA CON LO SMARTPHONE

DROGA A MILANO: LO SPACCIO SI FA CON LO SMARTPHONE

Lo spaccio in strada è quasi sparito a Milano.Resiste ancora nelle zone della cosiddetta movida dove i pusher sono però quasi tutti stranieri. Il vero traffico, quello che conta in termini di fatturato e vendite corre lungo la rete, ovvero via smartphone. Una rete invisibile agli occhi dei passanti ma ben collaudata tra fruitori e fornitori.A Milano, al primo posto per il consumo di coca, i trafficanti si servono della tecnologia per soddisfare ‘i bisogni’ dell’utenza’.Loro, i clienti, vengono inseriti nella rubrica di un cellulare, in modalità rigorosamente anonima, a disposizione del narcos di turno. Con un semplice clic viene stabilita la quantità richiesta che viene poi consegnata all’indirizzo prestabilito. ‘La vera piazza di spaccio non è al bosco di Rogoredo, ma nella rubrica dei cellulari di qualcuno’ammette il procuratore che coordina le inchieste sulla droga a Milano. La ‘coca delivery’ dei tempi moderni.La consegna affidata ai tasti dello smartphone per rendere invisibile il più losco degli affari criminali di tutti i tempi.A tenere della fila di questa compravendita virtuale alcune famiglie malavitose calabresi e siciliane.Sono loro a gestire indisturbati quelle rubriche telefoniche anonime dove però si celano studenti, medici, avvocati e professionisti vari col vizietto della polvere bianca. Che vengono raggiunti dai ‘cavallini’ mandati dai capi per le consegne. Smartphone ai quali i narcos,per rendere più sicuri i loro traffici,periodicamente cambiano scheda. Oltre che utenza.Gli intestatari sono quasi sempre magrebini o cinesi inesistenti. I clienti vengono avvertiti del cambio numero con un semplice sms, naturalmente in codice. Un fenomeno che sfugge ai controlli più serrati della polizia,in un telefono,sostengono gli addetti ai lavori,ci sono contatti che equivalgono a una piazza di spaccio di stupefacenti. A far conoscere questo mondo invisibile un ex trafficante oggi collaboratore di giustizia, il 42enne Laurence Rossi.Lo smartphone, chiamato in gergo il ‘Nokietto’, ha raccontato Rossi,costituisce il vero mercato della coca. In mano a una decina di famiglie criminali che si servono per lo più di ragazzetti, meglio se incensurati, che si spostano in auto o in motorino e che vengono sostituiti continuamente.La coca viene consegnata a mano in bustinericavate dai sacchetti gelo e ‘saldati’ con un accendino. Uno scambio veloce senza convenevoli né approccio di nessun tipo. Nell’anonimato più assoluto