SCUOLA, VIA ALLE ISCRIZIONI ONLINE: UN RAGAZZO SU DUE E’ INDECISO SU COSA SCEGLIERE
Le vacanze natalizie non hanno contribuito a sciogliere completamente i dubbi degli studentiche, terminata la scuola secondaria di primo grado,possono iscriversi da oggi fino al 31 gennaio alla secondaria di secondo grado.Ovvero passare dalla terza media alle superiori. Una scelta difficile per quel milione e mezzo di studenti coinvolti nel grande salto.Nonostante i corsi di orientamento a cui hanno partecipato nelle scorse settimane e le ‘open day’ organizzate dalle scuole per favorire la scelta più adatta. O quella sentita più vicina alle proprie attitudini, di studio ma anche lavorative, oltre che soddisfare passioni e curiosità. Tentativi, questi ultimi, certamente utili. Ma non per tutti. Da un sondaggio effettuato daskuola.net, risulta elevata la percentuale degli indecisi:oltre il 44% degli studenti non sa cosa scegliere. Un ragazzo su due.A frenare gli entusiasmi, la paura del futuro. La quasi certezza, terminato il ciclo di studi, di non trovare lavoro. Di dover fare le valigie, trasferendo all’estero sogni e aspettative difficilmente realizzabili in Italia. Trend intrapreso dalle generazioni degli ultimi decenni che non accenna a cambiare rotta. Semmai, come periodicamente ci ricordano i dati delle agenzie di statistica, peggiora di anno in anno. Infatti,se fino a pochi anni fa a costituire un dramma sociale era la cosiddetta ‘fuga dei cervelli’,risulta sempre più evidente chea fuggire sono anche i ‘normali’, ovvero i giovani senza laurea.Quanti si sono fermati al semplice diploma o addirittura alla terza media. Sono ben il 70% i ‘normali’ che cercano nuovi sbocchi lavorativi all’estero, recita uno dei tanti report dell’Istat. Dati che fanno riflettere. Che pone il nostro Paese con le spalle al muro.Incapace di mettere in campo politiche lungimiranti per trattenere i nostri giovani dove si sono formati. Un’emorragia di talenti in fuga da un’Italia che troppo spesso non sa cosa farne. Una grave ferita economia e sociale per il Paese, costretto a dover fare a meno dei suoi giovani. Dati che i nostri ragazzi conoscono molto bene.E che influiscono sulle loro scelte future.L’indecisione su come dove e perché proseguire con gli studi è frutto della paura.Di un futuro che ha in serbo più nubi che orizzonti limpidi
