EMERGENZA INSEGNANTI DI SOSTEGNO: UNO SU DUE E’ PRECARIO

La scuola pubblica italiana vive costantemente in carenza di qualcosa.Di materiali didattici adeguati, di strumenti tecnologi da affiancare alla didattica tradizionale (e ancor più della rete per metterli in funzione), di periodici corsi formazione del personale docente e, cosa ancor più grave, degli stessi docenti funzionali alle varie discipline. E ogni anno puntualmente vengono disattese le promesse che ogni governo, di qualunque colore esso sia, elargisce a piene mani.Le più gettonate? Finanziamenti e risorse sostanziose per far fronte a tutte le necessità e inizio anno scolastico con tutti i docenti in cattedra. Per poi accorgersi, già al primo squillare della campanella, che anche quei nove mesi trascorreranno come tutti gli altri. Sino a quando dalla carenza si passa all’emergenza. Come sta avvenendo per la mancanza degli insegnanti di sostegno. Ne mancano all’appello diverse decine di migliaia, soprattutto al Nord. Troppe volte le cronache ci hanno raccontato di diversi episodi di esclusione di alunni e studenti per mancanza del docente di sostegno. Fatti gravissimi.Perché se la scuola lascia a casa deliberatamente o volontariamente gli studenti più fragili e più bisognosi di supporto agisce nell’illegalità.Non fornendo loro il diritto allo studio e le pari opportunità che la Costituzione e le leggi della Repubblica assicurano a tutti i bambini e ragazzi senza eccezione alcuna. A maggior ragione senza discriminazioni o marginalizzazioni di sorta nella scuola pubblica. Tornando al tema di fondo,per il sostegno è emergenza sull’emergenza. Infatti, oltre alla carenza cronica dei docenti specializzati, quasi la metà degli insegnati in servizio sono supplenti. Assunti per far fronte alle necessità più impellenti dalle varie graduatorie di istituto, con poca o senza alcuna esperienza o con titolo formativi non adeguati. Un record che nelle regioni settentrionali raggiunge numeri imbarazzanti.Fenomeno, sostengono i sindacati, dovuto in gran parte alle assegnazioni provvisorie che consentono ai docenti meridionali in servizio al Nord di poter assumere un incarico per un anno in altra regione, possibilmente vicino alla propria.Piemonte, Lombardia e Toscana le regioni più a rischio. Su cento insegnanti, ben 69 sono precari. Ma la carenza dei posti di sostegno tocca un un po’ tutta la scuola italiana. Che puntualmente denuncia la grave situazione che a ogni inizio si ripresenta. Nell’ultima legge di bilancio è stato inserito un emendamento che prevede l’incremento dei posti di sostegno stabili.Con un finanziamento aggiuntivo di 50 milioni di euro rispetto a quello attuale per il 2021 e gli anni successivi. Provvedimento che dovrebbe consentire di stabilizzare circa 2000 docenti. Una goccia in un mare in tempesta.