MORTO A 94 ANNI JACQUES DESSANGE. HA COSTRUITO UN IMPERO CON IL “COIFFÉ-DECOIFFÉ”

Capelli corti, un po’ scompigliati. E nasceva una donna nuova. Più svelta, più contemporanea. Più libera. Tutte le impalcature di capelli costruite fino ad allora cadevano giù, crollavano come castelli di carte. E lasciavano il posto alla sregolatezza, al movimento, alla libertà. Era, a suo modo, una rivoluzione. Il taglio di capelli di Jean Seberg in “Fino all’ultimo respiro” di Godard: quella figura minuta, quei capelli corti corti, biondi, che raccontavano di un altro mondo, di un altro modo di vivere. Un taglio che diceva più di mille dialoghi. E i capelli di Jeanne Moreau, altra icona della Nouvelle vague, quel movimento che fece diventare il cinema, di colpo, più giovane, meno inquadrato, più vero. E i capelli di Brigitte Bardot… Una rivoluzione. E l’uomo che creò questa rivoluzione si chiamava Jacques Dessange. Era il coiffeur delle dive. Uno dei più celebri coiffeur di Francia, probabilmente del mondo intero. È morto, a novantaquattro anni, martedì scorso. Lascia un impero di saloni di bellezza col suo nome, 1.600 negozi in tutto il mondo, un giro di affari di oltre 100 milioni di euro. Era lui che aveva inventato uno stile, un nome: “coiffé-décoiffé”. Pettinato e spettinato. E dire che era nato, come spesso accade, in un minuscolo paesino, da dove sembrava impossibile arrivare al successo. Si chiamava Hubert, in realtà, e non Jacques. Era nato il 5 dicembre 1925 a Souesmes, neanche mille anime, nella Loira, nel centro esatto della Francia. O, à vrai dire, in mezzo alla campagna. Il padre ha un piccolo salone di parrucchiere: lui a dieci anni insapona i capelli, a undici inizia a tagliarli. E non smette più. Ma Souesmes è piccola, le sue ambizioni sono più grandi. Non ha neanche vent’anni e si precipita a Parigi, tenta di essere assunto da una maison importante, ma non è una passeggiata. Lo licenziano dodici volte, prima che Louis Gervais, un parrucchiere alla moda, lo prenda con sé. Nel 1954, a neanche trent’anni, Dessange apre il suo primo salone in proprio, vicino agli Champs-Elysées. Inventa il “biondo Dessange”, il pettinato/spettinato. Sposa Corinne de Boissière, che gli darà due figli, e che è l’addetta stampa di Brigitte Bardot. E la sua vita cambia. Lui spettinerà la Bardot, lei diventerà in pochi anni BB, un mito, un’icona sexy, l’attrice più glam del momento. Dopo BB, è tutto in discesa. Dessange diventa il coiffeur ufficiale delle maison Dior e Chanel, e tutte le attrici vogliono essere “spettinate” da lui: Liz Taylor, Marlene Dietrich, Ava Gardner, Françoise Hardy, Claudia Cardinale, Jane Fonda, Sylvie Vartan… Il mondo del cinema lo adora, gli riconosce autorità e prestigio, e Dessange diventa coiffeur ufficiale del festival di Cannes. Raggiunto il successo, un enorme benessere, un nuovo matrimonio, Dessange si dedica a riappropriarsi della sua infanzia. Compra i terreni intorno alla sua casa natale, nella Loira, uno dopo l’altro. La sua diviene una delle proprietà private più vaste di Francia, un paradiso degli animali selvatici: vive in un castello immenso, dipinge. Una storia felice? Neanche per sogno. Una telenovela, una “Dinasty” atroce. Nel 2004, Dessange nomina il secondo figlio Benjamin direttore generale del gruppo. Da quel momento, il disastro. Appena quattro anni dopo, il patriarca ritiene di essere stato tradito e spodestato, e lo scrive in un libro, che intitola “Il complotto”. Il figlio risponde in tribunale, chiede per il padre la proibizione di usare il nome del marchio Dessange, e 7 milioni di danni morali. In tribunale, i due non si scambiano neppure uno sguardo. A un intervistatore, Jacques dice: “C’est un assassinat”, è un omicidio. Seguono guai con il fisco, per un affare di soldi dissimulati in Svizzera e di tasse non pagate: si mette in regola nel 2012. Mentre il figlio Benjamin deve rispondere ad accuse di molestie sessuali verso alcuni dipendenti.